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Cronaca

Antonello Fassari, l’attore dei Cesaroni, morto a 72 anni: la scioccante fine di un’icona televisiva

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Antonello Fassari, l’attore dei Cesaroni, morto a 72 anni: la scioccante fine di un’icona televisiva

Antonello Fassari, uno degli attori più noti del cinema e della tv italiana, è morto a 72 anni. La notizia ha colpito come un fulmine a ciel sereno, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo. Nei primi anni ’90, durante il programma di Serena Dandini, Avanzi, Fassari interpretava il compagno Antonio, un comunista con eschimo e Tolfa che si risvegliava da un coma durato venti anni. Ma è stato con il ruolo di Cesare, l’oste dei Cesaroni, che ha conquistato il cuore degli italiani. La serie, trasmessa dal 2006 al 2014, è tornata sul set nel quartiere della Garbatella a Roma per una nuova stagione, dedicata proprio a lui. Claudio Amendola, visibilmente commosso, ha dichiarato all’Ansa: "Sapevamo che sarebbe stata dedicata a lui perché ci era nota la malattia bastarda che lo aveva colpito – dice commosso all’Ansa – ma non eravamo preparati alla notizia. Per me è un pezzo di vita che va via, è dura anche parlare mi aspetto che stia borbottando da qualche parte lassù. Sarà sempre mio fratello." Commento: La morte di Fassari ha lasciato un segno indelebile, con Amendola che non riesce a contenere il dolore per la perdita di un fraterno amico.

Diplomato all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico nel 1975, Fassari ha fatto la sua fortuna non solo sul palcoscenico ma anche in televisione e al cinema. Con la sua faccia da "duro" e i capelli rossi, ha saputo mescolare comicità e dramma come pochi altri. Al cinema, è stato indimenticabile in Muro di gomma di Marco Risi (1991), dove interpretava un giornalista cinico, in Pasolini un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana come avvocato reazionario, e in Romanzo criminale di Michele Placido (2005) nei panni di un membro della banda. Il suo ultimo ruolo drammatico è stato in Suburra di Sollima (2015), mentre le sue ultime apparizioni sono state in L’ultima volta che siamo stati bambini (2023) di Claudio Bisio e in Flaminia (2024) di Michela Giraud.

Fassari non si è limitato a recitare; nel 2000 ha diretto il suo primo film, Il segreto del giaguaro, con protagonista il rapper Piotta. Nel 1984 ha inciso una canzone rap, Romadinotte, di cui ha scritto il testo, e ha sempre mostrato il suo amore per l’As Roma, apparendo anche nella serie Speravo de mori’ prima. Claudio Amendola, nel suo debutto da regista con La mossa del pinguino nel 2014, ha voluto Fassari accanto a sé, sottolineando il profondo legame che li univa: "perché vuoi gli amici veri intorno in quei momenti lì" ricorda Amendola, aggiungendo: "È solo un esempio del legame che avevo con lui. Oggi mi è venuto a mancare un fratello, anzo lo sarà sempre. Antonello è un pezzo di vita, è dura per me, faccio fatica a parlarne, a coordinare il dolore, l’incredibilità, non sono preparato, non ho fatto in tempo anche se sapevamo che era malato."

(ansa)

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

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Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!

L’intrusione inaspettata

Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.

I fatti dell’incidente

Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.

Un precedente simile

Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

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Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema

Chi era Rinaldo Vuerich

Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.

L’incidente che ha scioccato tutti

Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.

I toccanti ricordi degli amici

Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.

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