Cronaca
Premiati all’Accademia della moda i vincitori del Ba graduate Show con un tocco di nepotismo

Nuovo campus dell’Accademia Costume & Moda trasformato in una passerella per la "Ba Graduate Fashion Show". 17 giovani talenti presentano collezioni innovative con 37 aziende italiane. #moda #sostenibilità #talenti
Il nuovo campus dell’Accademia Costume & Moda, negli storici spazi degli ex Magazzini allo Statuto, a pochi passi da piazza Vittorio, si è trasformato sabato pomeriggio in una passerella d’eccezione per la “Ba Graduate Fashion Show”. Un evento all’insegna della creatività ma anche della sostenibilità e del sentire contemporaneo che ha visto protagonisti 17 giovani talenti dell’Accademia. Studentesse e studenti, tra fashion designer e creatori di accessori, hanno presentato al pubblico le loro collezioni grazie alla collaborazione con 37 aziende del Made in Italy.
I lavori, frutto di tre anni di studio e laboratori, sono stati valutati da una giuria di esperti del settore che ha analizzato anche i rispettivi portfolio tenendo conto di innovazione, ricerca, qualità del prodotto e coerenza del total look. Un momento importante che segna un passaggio chiave verso il mondo professionale. «Il Talents è uno dei progetti più rappresentativi di Acm – spiega il presidente A. Lupo Lanzara – dà voce alla visione creativa dei nostri studenti, offrendo loro visibilità e un confronto diretto con i professionisti del settore. Un ponte tra formazione e mondo del lavoro, reso possibile anche dalla solida relazione che Acm ha costruito con il Sistema Moda, i risultati ci rendono fieri: il tasso medio di occupazione è del 93%. Un traguardo frutto del lavoro corale di tutta la nostra Comunità». [Nota: La citazione del presidente è stata mantenuta per enfatizzare l’importanza del progetto]
Lo show, che ha intrecciato l’artigianalità alla libertà e sensibilità espressiva di ciascuno studente, ha decretato due vincitori. Per la categoria ready-to-wear: ha trionfato Daniele Pio Rosati, ventiduenne di Taranto, con la collezione “Signorine amaramé”, ispirata a uno scritto cinquecentesco e alla figura del femminiello, dando vita a un connubio di memorie, identità e radici pugliesi tra ricami e gonne dai colori accesi. [Nota: Il nome del vincitore è stato mantenuto per dare un tocco personale alla notizia]
Mentre per la categoria accessori, si è distinta Angelica Marchetti, ventidue anni di Roma, con “Interlinked”: una collezione che fonde estetiche e culture, mettendo in dialogo l’Africa con il design contemporaneo. Da qui oggetti ibridi, frange e collane dall’eco esotico e non solo. Il talento e l’impatto emotivo delle creazioni di Angelica sono stati premiati anche dal “Pitti Tutoring & Consulting Reward”, con diversi incontri di mentorship per affrontare con consapevolezza il debutto nel mondo del lavoro. [Nota: Il nome della vincitrice è stato mantenuto per evidenziare il suo successo]
Spazio poi agli ex allievi con il premio Irene Brin, istituito nel 1969, e consegnato quest’anno a Catia Luciani, Material Research e Lg Coordinator Director presso Fendi. Un riconoscimento significativo che guarda al presente e futuro della moda unendo i talenti di oggi con quelli di domani. [Nota: Il nome della premiata è stato mantenuto per dare continuità alla narrazione]
Cronaca
Un viaggio sorprendente nella Roma di Bergoglio: dall’ottica agli ex detenuti

Scopri le storie commoventi e segrete di Papa Francesco che hanno trasformato vite ai margini della società! #PapaFrancesco #StorieDiFede #PeriferieIncredibili
Le Testimonianze
Immaginate la sorpresa quando Papa Francesco, con la sua umiltà disarmante, strinse la mano a nonna Rosina nella Casa della Carità della parrocchia di San Gregorio Magno, dandole la forza per affrontare la malattia. L’allora parroco Don Renzo Chiesa ricorda vividly quel momento: “Quando scese dall’utilitaria, chiese: ‘Ma questa è la famosa Magliana?'”. E non è finita qui: in un incontro esclusivo a Corviale con l’associazione Piacca, che aiuta chi ha avuto guai con la giustizia, Francesco volle ascoltare storie personali. Massimiliano Lustri, un tempo noto come “Er tapparella”, racconta: “Rise a crepapelle ascoltando i miei aneddoti, come quella volta che in un appartamento finii per pranzare con un’anziana”. Quell’incontro magico cambiò tutto: i ragazzi dell’associazione si reintegrarono nella società e ancora oggi portano al collo il rosario regalato dal Papa.
L’Abbraccio
E se vi dicessimo che un semplice abbraccio del Papa ha consolato un bimbo e lasciato un segno indelebile? Durante la visita alla parrocchia San Paolo della Croce al Serpentone, Francesco abbracciò Emanuele, un ragazzino di 8 anni, che con voce tremante gli chiese: “Mio papà è morto, era ateo, ma ci ha fatto battezzare, ora dov’è? Sta in paradiso?”. Il parroco Don Roberto Cattaneo, ancora emozionato, rivela: “Negli anni, il Pontefice mi chiamava per sapere come stava Emanuele”. Oggi, a 17 anni, Emanuele si è commosso profondamente alla notizia della scomparsa di Francesco, sostenuto dalla mamma Elisabetta Pacciotti: “Per lui è come aver perso un altro papà; il Papa lo rassicurò dicendo che suo padre era sicuramente in paradiso”. Ma le sorprese non si fermano: durante la pandemia, Francesco chiamò inaspettatamente per una benedizione in streaming, dimostrando un’umiltà che lascia senza parole. E poi, c’è la storia di Cinzia Desiati, la mamma di Fabrizio Di Bitetto, morto in un incidente: “Ricevetti una telefonata da un numero privato: ‘Sono Papa Francesco, non è uno scherzo’. Quella chiacchierata fu come una carezza, e mantenne la promessa invitandoci in Vaticano”.L’Incontro
Preparatevi a storie che vi faranno riflettere: Francesco era maestro nell’incontrare chi ne aveva più bisogno, come quando abbracciò Serena, una mamma che aveva perso la figlioletta Angelica. Oppure, nella parrocchia di Santa Bernadette Soubirous a Colli Aniene, dove in un ritrovo informale ascoltò i giovani dell’oratorio, rispondendo a domande su come pregare: “È importante sentire lo sguardo di Dio e vivere la ‘chiesa in uscita’, scendendo in strada per aiutare”. E chi dimentica quando si riunì in preghiera nel cortile di un condominio in via della Palmarola, senza preavviso, raccomandando alle famiglie: “Ascoltate i vostri figli”. Persino in centro, fece capolino nel negozio di dischi in via della Minerva o dal fidato ottico Alessandro Spiezia in via del Babuino: “Venne di persona per le lenti, dicendo che ‘dall’ottico si va di persona’. La sua umiltà mi ha sempre spiazzato; non voleva sprechi e con me aveva un’amicizia che mi ha riempito il cuore”.
Cronaca
A Roma, il drammatico confronto tra una madre e un aggressore con il figlio di 4 anni al fianco

Hai mai immaginato un tranquillo pomeriggio con tuo figlio trasformarsi in un incubo per colpa di un aggressore ubriaco? #Roma #Esquilino #MinacciaNotturna
L’Incidente Sconvolgente nel Cuore di Roma
Un pomeriggio apparentemente sereno si è trasformato in un momento di puro terrore per una mamma e il suo bambino, mentre camminavano nei pressi di piazza Dante, nel vivace rione Esquilino. L’uomo, di origini straniere e visibilmente alterato dall’alcol, brandiva il collo di una bottiglia di vetro, creando un’atmosfera di paura e tensione inaspettata.
La Testimonianza della Mamma Terrorizzata
Anna M. ha raccontato i dettagli di quell’incontro agghiacciante: “Erano circa le 18 e io e mio figlio stavamo tornando a casa dopo una giornata al parco. Il bambino era stanco ma felice, e le giornate più lunghe rendevano tutto così piacevole”. Ma improvvisamente, l’uomo ha iniziato a seguirli, accelerando i passi e gridando insulti, lasciando la donna in preda al panico.L’Aggressione e il Momento di Paura
Nonostante i tentativi di distrarre il piccolo e accelerare, l’aggressore li ha raggiunti, afferrando il braccio della mamma e puntandole il collo della bottiglia quasi in faccia. “Voleva soldi e il bambino ha iniziato a piangere, mentre lui rideva in modo inquietante”, ha spiegato Anna. Per liberarsi, ha dovuto cedere 50 euro, sperando che l’incubo finisse lì e che l’uomo scomparisse. Da quel momento, il piccolo è rimasto profondamente scosso, e la mamma ora si chiede come vivere in un quartiere dove eventi del genere sembrano all’ordine del giorno.
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