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Cronaca

Barbiere accoltellato con le forbici. Panico a Centocelle

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Barbiere accoltellato con le forbici. Panico a Centocelle

Ennesimo fatto di Cronaca a Roma. I Carabinieri della Stazione di Centocelle insieme ai colleghi della Stazione Roma Alessandrina e della Stazione Roma Cinecittà, hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto un 29enne albanese, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato di essere l’autore del tentato omicidio, ai danni di un 24enne indiano, dipendente di una barberia di via Filippo Parlatore, a Centocelle.

Barbiere accoltellato con le forbici

La sera del 20 maggio scorso, durante l’orario di apertura dell’esercizio, la vittima mentre stava lavorando aveva avuto una discussione per futili motivi con un uomo che, afferrate delle forbici dell’attività, lo aveva colpito al collo per poi allontanarsi a piedi. Il 24enne, ferito ma cosciente, è stato trasportato da personale del 118 in “codice rosso” presso il policlinico “Umberto I”, dove è stato trattenuto in osservazione non in pericolo di vita.

I Carabinieri, sin da subito hanno avviato le indagini e, ad esito di escussione di persone informate sui fatti, dall’analisi delle immagini di video-sorveglianza e di accertamenti in banca dati, a poche ore dall’evento, sono riusciti a risalire all’identità del presunto autore, un 29enne albanese, avviando fin da subito le ricerche finalizzate a rintracciarlo.

Ieri mattina, a seguito di un’attività tecnica, i Carabinieri lo hanno localizzato e una volta riconosciuto, lo hanno fermato mentre si trovava all’interno del parco Prampolini, in via Camillo Prampolini nel quartiere Tor Sapienza.

Considerati i gravi indizi di colpevolezza raccolti, l’uomo è stato sottoposto, di iniziativa, a fermo di indiziato di delitto. I successivi approfondimenti a suo carico hanno permesso di accertare che nei suoi confronti pendeva anche un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma, emesso lo scorso 18 aprile, a seguito dell’evasione dagli arresti domiciliari dove si trovava sottoposto a Guidonia, per precedenti reati inerenti agli stupefacenti, falso e resistenza a Pubblico Ufficiale.

Il 29enne è stato condotto nel carcere di Rebibbia, dove il Tribunale di Roma ha convalidato il fermo e disposto per lui la permanenza in carcere.

Attualità

Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?
Sta facendo discutere la scelta di affidare all’attrice britannica Cynthia Erivo – donna, nera e apertamente omosessuale – il ruolo di Gesù nel celebre musical Jesus Christ Superstar. Una decisione che viene vista da alcuni come un atto di coraggio e inclusività, ma per altri rappresenta un ulteriore passo verso lo svuotamento dei simboli identitari in nome di una visione ideologica.

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.

L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.

Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.

E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.

Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.

Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.

Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.

L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.

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