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Attualità

Diletta Leotta e la pubblicità U-Power: quando la pubblicità oltrepassa il limite

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Diletta Leotta e la pubblicità U-Power: quando la pubblicità oltrepassa il limite

C’è qualcosa che fa più rumore del silenzio: il disagio. Davanti allo spot pubblicitario U-Power con Diletta Leotta, andato in onda e poi sospeso, molti hanno provato proprio questo.

Diletta, bravissima, bellissima e libera di fare quello che vuole, ma perché deve sempre essere il suo corpo al centro? Perché la donna deve ancora oggi essere il “trucco” per vendere qualsiasi cosa, anche delle semplicissime scarpe da lavoro? Ma il lavoro qui non c’entra.

Diletta non è il problema. È lo specchio di un sistema che continua a raccontare il corpo femminile come qualcosa da esibire, non da ascoltare. Un corpo che serve a colpire, non a parlare.

Finché la comunicazione userà le donne così, con lo sguardo maschile a fare da regista, continueremo a confondere libertà con esposizione e sensualità con mercificazione.

L’idea di usare lo sguardo di un bambino per raccontare il desiderio adulto è ancora peggio. È mischiare l’innocenza con l’ammiccamento, e fa rabbrividire. Come possiamo accettare che uno sguardo innocente venga usato in questo modo, come se fosse naturale associare l’ammirazione di un bambino a un corpo femminile in mostra? È un messaggio pericoloso, che nasconde l’innocenza e fa passare per normale qualcosa che normale non è: la sessualizzazione, anche indiretta, di un bambino. Perché dobbiamo farlo passare come se fosse solo una “provocazione” pubblicitaria, quando invece è un abuso della sua purezza?

Nessuno spot nasce per caso. Dietro ci sono creativi, dirigenti, approvazioni…possibile che nessuno abbia avvertito quel senso di disagio? Possibile che nessuno si sia chiesto: “È questo il messaggio che vogliamo dare?”

Non è una discorso moralista, è una richiesta di sensibilità, di rispetto per i bambini, per le donne, per le persone che ogni giorno vedono la loro immagine manipolata, strumentalizzata e svuotata di senso.

In un’epoca in cui l’opinione pubblica è, giustamente, più attenta alla rappresentazione delle donne, dei bambini e delle minoranze, leggerezze del genere non possono accadere.

Il confine tra provocazione e irresponsabilità è sottile, ma esiste. E andrebbe rispettato.

Questo è intrattenimento travestito da marketing, è l’ennesimo tentativo di far parlare con un messaggio provocatorio. Tutto questo funziona, si, fa parlare. Ma a che prezzo?

Attualità

Panico nei cieli: Volo Alicante-Fiumicino diventa un ottovolante aereo

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Panico nei cieli: Volo Alicante-Fiumicino diventa un ottovolante aereo

#IncuboInQuota: Turbolenze e Panico a Bordo di un Volo per Alicante! 😱✈️ #Viaggi #Aereo

Un’esperienza da incubo quella vissuta dai passeggeri di un volo diretto ad Alicante. “Più l’aereo scendeva e più peggiorava la situazione,” racconta un viaggiatore a Fanpage.it. Durante la discesa, il terrore si è impadronito dei passeggeri mentre l’aereo mostrava segni di instabilità.

“Panico a bordo,” descrive chi c’era, mentre il pilota decideva improvvisamente di riprendere quota per gestire la situazione. Secondo la testimonianza, questi sono stati “gli attimi peggiori,” con la tensione che cresceva minuto dopo minuto. La gravità del momento è stata accentuata dal malore di un passeggero, tanto da richiedere l’uso di una bombola dell’ossigeno da parte delle hostess.

Il racconto del testimone lascia chiaramente intendere quanto drammatica possa risultare un’esperienza simile. Un episodio che riporta l’attenzione sulle difficoltà dei viaggi aerei e sui riflessi pronti necessari da parte dell’equipaggio di cabina.

Un’occasione, quella di questo volo, per riflettere sull’importanza della sicurezza e della preparazione quando si tratta di affrontare l’inaspettato in aria.

Fonte Verificata

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Italia

Eseguito lo sfratto del centro Sociale Leoncavallo. Dopo anni lo stato vince la battaglia

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Eseguito lo sfratto del centro Sociale Leoncavallo. Dopo anni lo stato vince la battaglia

Sfrattato e sgomberato il centro sociale Leoncavallo di Milano.

Milano: eseguito sfratto del centro sociale Leoncavallo

In questo momento a Milano stanno eseguendo lo sfratto del centro sociale Leoncavallo. La notizia battuta dalle agenzie di stampa informa che è stato eseguito il provvedimento di sfratto dell’immobile occupato abusivamente dal centro sociale Leoncavallo. Poco prima delle 9 l’ufficiale giudiziario con la collaborazione della polizia di Stato ha fatto accesso nell’ex cartiera di via Watteau.

Leoncavallo sfratto rinviato 100 volte

Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai Cabassi, proprietari dell’area, proprio per il mancato sgombero. Nei mesi scorsi l’associazione Mamme del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione d’interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale dall’attuale spazio. Lo storico ‘Leonka’, così lo chiamavano a Milano occupa lo spazio in via Watteau dal 1994.

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