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Cronaca

La controversa riduzione della pena per un aggressore nei dintorni di Roma

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La controversa riduzione della pena per un aggressore nei dintorni di Roma

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In un colpo di scena che ha lasciato tutti a bocca aperta, la Corte d’Assise d’appello ha confermato l’omicidio volontario per il pestaggio brutale che due anni fa ha strappato la vita ad Alessandro Castellaccio, un operatore socio-sanitario di 40 anni. Ma cosa ha spinto i giudici a ridurre la pena da 14 anni e 10 mesi a soli 10 anni e 8 mesi? Le attenuanti generiche riconosciute a Ion Voicu, il trentacinquenne romeno che ha sferrato il primo pugno fatale, hanno ribaltato le carte in tavola, lasciando la famiglia della vittima a chiedersi: è davvero giustizia?

Il DettaglioCheFaRiflettere

I legali della famiglia Castellaccio sono parzialmente soddisfatti, perché la sentenza ha ribadito l’omicidio volontario, respingendo le richieste della difesa di riqualificarlo come preterintenzionale. Eppure, la riduzione della pena resta un mistero: “Comprendiamo meno le ragioni per le attenuanti”, hanno commentato gli avvocati Fabio Frattini, Tommaso Giustiniano e Francesco Frattini. Ora, tutti attendono con il fiato sospeso le motivazioni ufficiali, che arriveranno tra 90 giorni e potrebbero aprire le porte a un ricorso in Cassazione.

I FATTI

Immagina una serata tranquilla che si trasforma in un incubo: era il 18 giugno 2023 quando, a Tivoli, una lite per il volume alto della musica davanti a un bar è esplosa in violenza pura. I carabinieri hanno ricostruito tutto: Ion Voicu ha lanciato il pugno decisivo, mentre il suo connazionale Mircea Nasaf, 51 anni, ha infierito con calci mentre la vittima era già a terra. Arrestati tre giorni prima della morte di Alessandro, i due romeni sono al centro di un caso che continua a interrogare l’opinione pubblica. Per Nasaf, la sentenza di primo grado è in arrivo, e chissà quali sorprese porterà. 😲

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