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Cronaca

La discoteca Room26 a Eur è stata chiusa per risse, aggressioni e presenza di minorenni con documenti falsi.

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La discoteca Room26 a Eur è stata chiusa per risse, aggressioni e presenza di minorenni con documenti falsi.

Scopri il lato oscuro della movida romana: la discoteca Room26 chiusa per violenze e caos! #RomaNotte #DiscotechePericolose

Violenze e aggressioni che sconvolgono la notte

La famosa discoteca Room26 all’Eur, un punto caldo della vita notturna romana, è finita sotto i riflettori per una serie di episodi allarmanti. Con un decreto del questore Roberto Massucci, il locale è stato chiuso per 15 giorni a partire dal 16 maggio 2025, per garantire ordine e sicurezza pubblica. Ma cosa sta succedendo davvero in questo tempio della notte? I carabinieri hanno documentato aggressioni brutali e risse che lasciano tutti a bocca aperta, con un giovane vittima di un pestaggio selvaggio che gli ha causato una frattura nasale.

Minori in pericolo e falsi documenti: un segreto inquietante

Immagina giovani che entrano in una discoteca con documenti falsi, finendo in stato di ebbrezza: è proprio ciò che è emerso dalle indagini. Il gestore Gianluca D’Ettorre si trova ora al centro di accuse per una serie di incidenti scioccanti. Tra questi, un ragazzo ferito in una lite con una prognosi di 15 giorni, una giovane con trauma cranico dopo un’aggressione e un minorenne trovato ubriaco con un documento rubato. Queste storie, accadute tra marzo e maggio, stanno facendo sorgere domande su quanto sia sicuro divertirsi in posti come questo.

Un precedente che fa riflettere: la chiusura di aprile

Ma non è la prima volta che Room26 finisce nei guai. Già l’8 aprile 2025, un decreto aveva imposto una sospensione di 10 giorni per fatti simili, con la Questura che descrive il locale come un luogo di eventi fuori controllo. Episodi di violenza non isolati, ma abituali: un vero rompicapo per le forze dell’ordine, che ora si chiedono se basti una chiusura temporanea a fermare questo ciclo di caos. Che cosa succederà dopo?

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Cronaca

Emanuela Orlandi: Appunti nascosti con i nomi di tre amiche e il mistero di una ragazza scomparsa

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Emanuela Orlandi: Appunti nascosti con i nomi di tre amiche e il mistero di una ragazza scomparsa

EmanuelaOrlandi #MisteriScomparsi Scopri gli appunti segreti e le ombre nascoste che potrebbero finalmente svelare i retroscena di uno dei casi più intriganti d’Italia!

Gli appunti di Emanuela Orlandi su uno spartito

Immaginate di trovare uno spartito musicale scribacchiato a penna con nomi di tre amiche, indirizzi, descrizioni dettagliate come il colore dei capelli e l’età di una di loro. Ecco cosa è emerso dalle indagini della Commissione parlamentare, proprio due mesi dopo la scomparsa di Emanuela. Secondo il presidente della Commissione, Andrea De Priamo, questi appunti potrebbero essere stati dettati da qualcuno che aveva il controllo della giovane, anche solo per un breve periodo. Un indizio che fa sorgere mille domande: chi c’è dietro e cosa nascondeva davvero?

L’altra ragazza mai trovata

E se ci fosse un’altra figura misteriosa mai identificata dagli inquirenti? Dalle testimonianze raccolte emerge che una ragazza sconosciuta potrebbe aver convinto Emanuela a fidarsi di una falsa offerta di lavoro da parte dell’Avon. De Priamo lo racconta basandosi sulle audizioni, aggiungendo un tocco di suspense a un caso già avvolto nel mistero. Chi era questa enigmatica complice e cosa sa davvero?

Il possibile collegamento con Mirella Gregori

Ora, pensate a un legame inquietante: la scomparsa di Emanuela potrebbe essere collegata a quella di Mirella Gregori, un enigma che De Priamo descrive come “a chilometri zero”. Si tratterebbe di eventi legati agli ultimi momenti noti di Mirella, scomparendo nel nulla senza lasciare tracce. Un twist che fa accelerare i cuori: quante storie si intrecciano in questo rompicapo irrisolto?

Dimissioni del consulente

E nel mezzo di queste rivelazioni, un colpo di scena: il giornalista Gian Paolo Pelizzaro, uno dei consulenti più attivi con ricerche negli archivi dello Stato, ha rassegnato le dimissioni dopo un anno di lavoro. La sua lettera è datata la scorsa settimana, ma De Priamo potrebbe mantenerlo come consulente personale. Perché questa uscita improvvisa? Quali segreti ha scoperto che lo hanno spinto a fare un passo indietro?

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Donna partorisce un bambino e lo abbandona nel water. Sostiene di non essere a conoscenza della gravidanza, ma aveva indotto il parto.

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Donna partorisce un bambino e lo abbandona nel water. Sostiene di non essere a conoscenza della gravidanza, ma aveva indotto il parto.

Hai mai immaginato un segreto di gravidanza che sfocia in un dramma impensabile? #PartoMisterioso

Il dramma inaspettato a Montecompatri

Una giovane donna di 29 anni, originaria della Nigeria, ha vissuto una storia che lascia tutti senza parole: ha partorito in segreto nel bagno di amici e ha agito in modo estremo, spingendo il neonato vivo nello scarico del water. La scena, accaduta a Montecompatri, provincia di Roma, nell’ottobre scorso, ha scioccato la comunità e ora J.U. è stata arrestata con l’accusa di omicidio. Come è potuto succedere tutto questo senza che nessuno se ne accorgesse?

L’allarme scattato al pronto soccorso

È bastato un semplice malore per far partire le indagini: la donna si è presentata al pronto soccorso negando qualunque gravidanza, ma i medici hanno subito notato anomalie nei riscontri clinici. Questo ha allertato la polizia, dando il via a un’inchiesta approfondita condotta dalla procura di Velletri, con il supporto della squadra mobile di Roma e del commissariato di Frascati. Gli esperti si chiedono: cosa nascondeva davvero dietro quel silenzio?

Il parto indotto in totale solitudine

Secondo le ricostruzioni, J.U. era alla 25esima o 26esima settimana di gravidanza quando ha indotto il parto da sola, nel bagno di casa di amici. Senza chiedere aiuto o avvisare nessuno, ha gettato il neonato nel water e azionato lo scarico, come se volesse cancellare ogni traccia. È un dettaglio che fa rabbrividire: come è possibile che un momento così delicato si trasformi in un incubo?

Le rivelazioni agli investigatori

La donna ha inizialmente raccontato di non sapere di essere incinta, descrivendo solo un improvviso mal di pancia e un tonfo inaspettato. Eppure, le prove dicono altro: aveva consultato il sistema sanitario per la gravidanza e analisi tossicologiche hanno rivelato l’uso di sostanze per indurre le contrazioni. La vicenda risale al 12 ottobre; J.U., madre di due figli, aveva interrotto la relazione col compagno a fine 2023. Il piccolo, di un chilo e 30 centimetri, è morto per annegamento, con una lesione sulla schiena. Gli inquirenti stanno ancora scavando per scoprire tutti i dettagli.

La scoperta decisiva del DNA

Il corpicino è stato trovato incastrato in un tombino, grazie alle indagini che hanno seguito le tubature dell’abitazione. L’esame del DNA ha confermato il legame tra la donna e il neonato, permettendo di rintracciare J.U. dopo giorni di ricerche nella zona di Finocchio, periferia est di Roma. Ora è rinchiusa nel carcere di Rebibbia, mentre i suoi due figli sono stati affidati a familiari. Questa svolta ha aperto nuovi interrogativi: cosa spinge qualcuno a scelte così estreme?

Un caso simile che fa riflettere

Non è la prima volta che una storia del genere scuote la capitale: nel dicembre 2012, all’Eur, una donna ha partorito e abbandonato il neonato nel water di un McDonald’s. Il piccolo è stato trovato ancora vivo da un cliente, e la madre, una 21enne romena, è stata condannata a quattro anni per tentato infanticidio. Riconosciuta grazie alle telecamere, questa vicenda ricorda quanto accaduto ora e lascia tutti a chiedersi: quante altre storie nascoste ci sono là fuori?

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