Attualità
Crollo al Regina Coeli: detenuti trasferiti ad Alghero mentre il sistema penitenziario va in tilt totali

Crisi nel carcere di Alghero: nuovi detenuti mettono a rischio l’equilibrio penitenziario!
Cosa succede quando un arrivo improvviso travolge un sistema già fragile? Il carcere sardo lotta contro sovraffollamento e carenze, creando tensioni che potrebbero esplodere. #CarcereAlghero #EmergenzaPenitenziaria #GiustiziaInCrisi
L’organizzazione del carcere di Alghero è in serio pericolo a causa dell’arrivo improvviso di nuovi detenuti, trasferiti dalla prigione romana di Regina Coeli dopo il crollo del tetto. I sindacati avvertono che la struttura non è equipaggiata per gestire questa ondata, principalmente per la mancanza di personale adeguato, portando a disordini nella gestione quotidiana e un potenziale caos all’interno delle mura.
Come sottolinea il segretario generale della Fns Cisl Sardegna, Giovanni Villa, “Nella casa di reclusione di Alghero, l’arrivo improvviso di nuovi detenuti ha determinato un profondo stravolgimento dei servizi del personale, nonché problemi nella gestione e nella sistemazione dei detenuti appena arrivati rispetto a quelli già reclusi”. Egli aggiunge che “Va inoltre sottolineato che molti dei detenuti trasferiti non risultano adeguati alla tipologia trattamentale del carcere di Alghero, trattandosi per la maggior parte di soggetti con problematiche di tossicodipendenza o disturbi psichiatrici. L’attuale regime di apertura rischia di compromettere gli importanti risultati finora raggiunti nei progetti di reinserimento e rieducazione attivi presso la struttura”, evidenziando come questo trasferimento possa minacciare il delicato equilibrio della riabilitazione.
I problemi non si limitano solo ad Alghero, ma si estendono ad altri penitenziari sardi, dove il trasferimento di circa 100 detenuti su un totale di 300 ha aggravato il sovraffollamento. Secondo Villa, “Molti penitenziari sardi hanno subito un ulteriore aggravio del problema del sovraffollamento. Tale condizione, unita alla già nota carenza dei servizi sanitari regionali all’interno delle strutture penitenziarie, rende il quadro complessivo estremamente critico e potenzialmente esplosivo”. Egli continua, “Ancora, l’arrivo di numerosi detenuti presso le tre colonie agricole le porta al massimo della capienza senza che l’amministrazione abbia pensato di adeguare l’organico di polizia penitenziaria”, mettendo in luce una situazione che potrebbe diventare insostenibile.
Inoltre, l’annuncio dell’arrivo di 90 detenuti sottoposti al regime 41 bis in Sardegna “fatto che accrescerebbe ulteriormente la pressione sugli istituti e sul personale tutto”, come segnalato da Villa, aggiunge ulteriore tensione al sistema, rischiando di sopraffare le risorse disponibili.
In risposta a questa emergenza, la Fns Cisl ha inviato una lettera ufficiale per richiedere un incontro urgente con il provveditore delle carceri della Sardegna, nella speranza di trovare soluzioni immediate per evitare che la situazione degeneri in una vera e propria crisi.
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