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TMB Salario pieno, i rifiuti riempiono la fossa. L’usb protesta

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TMB Salario pieno, i rifiuti riempiono la fossa. L’usb protesta

TMB Salario pieno è finito sotto la critica di tutti causando uno scontro tra Arpa e Ama

TMB Salario pieno – L’impianto per il trattamento meccanico biologico di rifiuti è finito sotto accusa da parte dei residenti della zona. Sono costretti a sentire l’odore che proviene dai rifiuti accumulati. Il posto è sempre in emergenza facendo preoccupare anche i lavoratori. Questo ha causato uno scontro tra Arpa e Ama.

I rifiuti già a partire da metà agosto, venivano scaricati nell’impianto esterno visto che il locale era già pieno. I cittadini chiedono lo stop alle lavorazioni per non sentire più la puzza

Esponente sindacato Usb dell’Ama: “L’Ama dice che tutto è a posto, che l’impianto non puzza, che i lavoratori vengono controllati periodicamente. Ma noi registriamo che quando scarichiamo nell’impianto TMB Salario, il personale presente nella buca di stoccaggio non ha misure di sicurezza. Questo impianto è stato progettato per lavorare un quantitativo specifico di rifiuto indifferenziato.

“Purtroppo da quando è stata chiusa la discarica di Malagrotta, sia questo impianto che quello di Rocca Cencia, è stato autorizzato anche come sito di stoccaggio e quindi può arrivare ad avere all’interno anche 10mila tonnellate di rifiuti. In queste condizioni il TMB ha grosse difficoltà a funzionare. I lavoratori all’interno molte volte sono sottoposti nella maggior parte della giornata ai miasmi di questo materiale in decomposizione”. Bisogna aprire i portelloni: “Quella buca (la vasca di ricezione dove scaricano i camion, ndr) dovrebbe essere chiusa per non fare uscire i miasmi, purtroppo gli operatori devono lavorare con le serrande aperte altrimenti li dentro è impossibile stare”.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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