Cronaca
ROMA Oggi lo sgombero dell’ex Penicillina

ROMA Oggi lo sgombero dell’ex Penicillina, la struttura nella periferia est della capitale.
Oggi lo sgombero dell’ex Penicillina. ‘Medici per i diritti umani’ sottolinea come “con tutta probabilità si ripeterà lo scenario già visto in occasione di altre operazioni nello stesso quadrante della città (Via Costi lo scorso settembre, Via di Vannina a marzo di quest’anno). Sgomberi senza adeguate soluzioni alternative per i soggetti più vulnerabili. Che saranno costretti a cercare rifugio in insediamenti ancora più precari con conseguente aumento della marginalità e del disagio sociale complessivo”.
Secondo Medu “la risposta delle istituzioni ancora una volta si dimostra miope e gravemente inadeguata. Non si è riusciti a ottenere una soluzione alloggiativa alternativa per le numerose persone vulnerabili che abitano nell’insediamento”. Medu sottolinea come solo nell’ultima settimana, nonostante lo sgombero fosse previsto da tempo, l’Assessorato alla persona, scuola e comunità solidale di Roma Capitale ha attivato uno sportello presso le sedi dell’ufficio immigrazione di Via Assisi per fornire accoglienza in centri di emergenza sociale.
Insieme alla altre associazioni Medu ha segnalato alcuni dei casi più vulnerabili a livello sanitario. Al momento però, riferisce l’organizzazione, solo circa una ventina di persone sono state accolte. A fronte di più di un centinaio che da oggi si troveranno nuovamente in strada. Medici per i Diritti Umani “chiede ancora una volta che non si proceda alla pur necessaria evacuazione dell’edificio ex-Penicillina senza prima aver predisposto un credibile piano alternativo di accoglienza. Evitando in tal modo alla città di Roma l’ennesima operazione con effetti sociali disastrosi”.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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