Roma e dintorni
ROMA Il grande schermo in mostra fotografica alla Casa del Cinema

ROMA Il grande schermo in mostra fotografica alla Casa del Cinema.
ROMA Il grande schermo in mostra fotografica alla Casa del Cinema. Si chiama ‘CliCiak – Scatti di cinema‘, il concorso nazionale per fotografi di scena a cura di Antonio Maraldi organizzato dal Centro Cinema Città di Cesena. Giunto alla ventunesima edizione, rinnova anche quest’anno l’appuntamento con l’istituzione capitolina. Proprio qui infatti, fino al 30 aprile, sarà in mostra una selezione dei migliori scatti premiati e segnalati dai giurati Cesare Biarese, Andrea Crozzoli, Enza Negroni, Claudio Pastrone e Michele Smargiassi. 40 fotografie scelte tra le 2.300 partecipanti, opera di 56 fotografi che hanno così documentato 115 tra film, cortometraggi, fiction e serie tv. Tutta la stagione cinematografica – dai successi al botteghino ai più raffinati film d’autore – e di fiction televisive 2017-2018 viene dunque riassunta da immagini di set cui la giuria ha assegnato una menzione speciale.
Tra i fotografi esposti, Mario Biancardi, vincitore della foto migliore per Ombra e il poeta, Greta De Lazzaris, vincitrice della miglior serie per Dogman, e Valentina Glorioso, che si è fregiata del premio come miglior serie televisiva per Il cacciatore. A Stefania Rosini è andato il “Premio Giuseppe e Alda Palmas”, per il fotografo al debutto nel concorso, mentre Andrea Miconi e Gianni Fiorito, rispettivamente con A casa tutti bene e Loro 1, si sono aggiudicati il premio “Ciak ritratto d’attore”, indicato dalla redazione del magazine di cinema diretto da Piera Detassis, per la sezione bianco e nero e colore.
“Le immagini provenienti dai set restituiscono con puntualità (e in molti casi con qualità) quella che è stata la stagione del cinema italiano.” dichiara Antonio Maraldi. “Al di là di qualche assenza, la documentazione fotografica copre, infatti, l’intera gamma della produzione nostrana: dai film che hanno trionfato al box office, a partire da Come un gatto in tangenziale di Milani, alle opere prime uscite sulla soglia dell’estate, dalle celebrate (e, in alcuni casi, discusse) fatiche d’autore (Garrone, Luchetti, Muccino e Sorrentino, tra gli altri) ai film premiati con David di Donatello e Nastri d’Argento fino alle diverse opere indipendenti segnate da difficoltà distributive. Non manca, inoltre, una vasta documentazione di fiction e serie televisive nostrane (con l’aggiunta di qualche straniera), spesso seguite da più di un fotografo, a testimonianza del fatto che per le lunghe serialità i fotografi sono chiamati per periodi o location limitati. Per quanto riguarda i fotografi, va notato come accanto ai nomi storici se ne stiano proponendo di nuovi che negli ultimi anni hanno lavorato con continuità su diversi set, rimarcando una presenza femminile in costante crescita. Molte fotografe, infatti, si sono iscritte per la prima volta al concorso, con una produzione di immagini non limitate ad un solo film“.
Con le foto di quest’anno, il fondo di CliCiak supera quota 22.000 immagini. Una fototeca unica sul cinema italiano contemporaneo che cresce di anno in anno, grazie alla generosità dei fotografi, e da cui è possibile attingere per organizzare mostre ospitate in Italia e all’estero.
Roma e dintorni
Sciame di api invade cortile del Mef, pronto intervento apicoltori per recuperarlo

(Adnkronos) – Un grande sciame di api mellifere si è posato nei cortili interni del ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma, proprio dove si affacciano gli uffici. Ma grazie alla tempestiva segnalazione del Mef la Federazione Apicoltori Italiani (Fai) è intervenuta per il suo recupero. L’intervento, tra stupore e meraviglia, di chi ha assistito si è protratto per oltre un’ora ed è stato operato dall’esperto apistico della Fai, Fabrizio Piacentini, che vista la delicata collocazione delle api su un’inferriata e il loro gran numero (oltre 20.000 insetti, con tanto di ape regina!), ha dovuto assicurare che l’intera colonia di api fosse messa al sicuro nell’apposito contenitore “porta-sciami”. A segnalarlo il complesso recupero è la stessa Fai, l’associazione degli apicoltori aderente a Confagricoltura, che si occupa da tempo dell’apiario collocato sul tetto del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e di quello collocato sul tetto di palazzo Della Valle, sede di Confagricoltura.
Si tratta di un fenomeno fuori stagione, le api, di norma, sciamano a primavera, dovuto con tutta probabilità alla variabilità meteorologica di questi ultimi giorni. Per questo recupero è stata utilizzata la tecnica del “favo di covata”, cioè l’avvicinamento di materiale biologico vivo grazie al quale si inducono le api a un ordinato e completo percorso di rientro nell’arnia portatile senza che vi fossero rischi per i passanti e il personale ministeriale.
“Siamo lieti di aver testimoniato ancora una volta la nostra competenza tecnica, a tutela e salvaguardia dell’ape italiana, in uno dei tanti recuperi che la Fai opera presso le sedi istituzionali della Città di Roma – Quirinale, Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri”, ha dichiarato Raffaele Cirone, presidente della Federazione Apicoltori. Prontezza e sensibilità del personale del Mef ci hanno consentito di recuperare un prezioso tassello di biodiversità e le api “ministeriali” saranno ricollocate nell’Apiario Urbano Sperimentale della Federazione perché proseguano il servizio di impollinazione della Città Eterna”.
Roma e dintorni
Simonetta Cesaroni, i retroscena e un dattiloscritto inedito nel libro ‘L’intrigo di via Poma’

(Adnkronos) – Un retroscena mai raccontato prima, documenti inediti, un libro perduto: a pochi giorni dal 35esimo anniversario dell’omicidio di Simonetta Cesaroni – trovata senza vita il 7 agosto 1990 a Roma – è uscito in libreria ‘L’intrigo di via Poma – L’omicidio di Simonetta Cesaroni e il dattiloscritto perduto’ di Giacomo Galanti e Gian Paolo Pelizzaro (edizione Baldini+Castoldi, collana TempoReale).
Via Poma. Due parole. E nella mente di tanti si materializza una foto degli anni Novanta. C’è una giovane in spiaggia in costume da bagno intero di colore bianco. Si chiama Simonetta Cesaroni. Il 7 agosto 1990 viene uccisa a Roma nell’ufficio dove si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità. Il suo caso è ancora irrisolto – si ricorda nella presentazione del libro – ma il 19 dicembre 2024 l’omicidio è tornato al centro delle cronache per la decisione della gip di proseguire le indagini, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. I punti salienti del delitto che la giudice ha evidenziato nella sua ordinanza erano già stati puntualmente indicati in un lavoro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo L’intrigo – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti dal magistrato di allora, il 31 ottobre 1996. Ed è stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast ‘Le ombre di via Poma’.
“Terminato di scrivere un libro-inchiesta su questa terribile vicenda, mi sono imbattuto in una testimonianza particolarmente importante. Sentii quindi il dovere di riferire tutto al magistrato, il 31 ottobre del 1996 mi recai in procura con il dattiloscritto del libro e il magistrato lo acquisì agli atti imponendo il riserbo per svolgere le indagini”, racconta all’Adnkronos Pelizzaro, giornalista, ricercatore e saggista spiegando che il suo lavoro all’epoca era incentrato sulla notizia di “fogli firma” usati dai dipendenti per registrare gli orari di entrata e di uscita sul posto di lavoro. Un particolare tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache lo scorso anno, quando poi il gip ha respinto la richiesta di archiviazione del caso.
“Il libro è la pubblicazione di quel dattiloscritto che risaliva al ’96 con tutti gli aggiornamenti di ciò che è avvenuto dopo, proprio alla luce delle informazioni che avevo fornito agli inquirenti – spiega Pelizzaro – Questo libro è una ricostruzione complessiva di tutta la vicenda del delitto di via Poma con un taglio non aggressivo né scandalistico: ci abbiamo tenuto a scrivere di questa tragedia con il massimo rispetto per la vittima, per i parenti della vittima e per tutti coloro che sono stati trascinati dentro a questo caso”.
Giacomo Galanti, giornalista e autore di documentari, spiega: “Negli ultimi cinque anni ho lavorato tantissimo su questo caso, l’ho studiato a fondo e all’inizio mi sono imbattuto in questo dattiloscritto che Pelizzaro aveva iniziato a scrivere e che era stato acquisito agli atti. Un’idea di libro che non era stato mai pubblicato”.
E’ nato così il contatto tra i due giornalisti che, dopo l’ordinanza con la quale il gip ha respinto l’archiviazione, hanno deciso di lavorare al volume ora in libreria: “Per la prima volta un giudice mette nero su bianco tutte le ombre sul caso e che riguardano l’ufficio degli ostelli, dove è stata uccisa Simonetta, e alcune ingerenze esterne che probabilmente ci sono state – osserva Galanti – E visto che sia Gianpaolo Pelizzaro allora, sia io ci eravamo occupati di questi particolari, abbiamo pensato fosse il caso di riprendere il filo e di ricostruire tutto”.
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