Cronaca
ROMA OLGIATA Chirurgo estetico troppo hot: condannato

ROMA OLGIATA Chirurgo estetico troppo hot: condannato.
ROMA OLGIATA Chirurgo estetico troppo hot. Avrebbe dovuto effettuare stimolazioni sciogli grasso, invece si lasciava andare in accarezzamenti lascivi e sconvenienti. Una ‘leggerezza’ costata cara al medico, condannato a due anni di carcere, con relativa sospensione dalla professione. G.D., queste le sue iniziali, durante una seduta di agopuntura avrebbe chiesto a una paziente di togliere gli slip, in modo da sottoporsi contemporaneamente a una seduta di linfodrenaggio, per l’occasione offerto. La donna, una quarantenne sposata con un commercialista e madre di due bambine, ha però protestato, scatenando l’indignazione del chirurgo, sentitosi «offeso più come uomo che come medico».
Per accertarne le responsabilità, il palazzo di giustizia ha impiegato ben otto anni. Nel frattempo il medico ha continuato la sua attività, sponsorizzando pacchetti in offerta su Groupon per i suoi studi medici sulla Cassia e in viale Marconi. Proprio sul noto sito di acquisti la quarantenne vittima aveva acquistato un pacchetto di massaggi nella primavera del 2011. La prima seduta, come ha scritto nella denuncia presentata ai carabinieri, si era svolta a maggio, senza intoppi. Arrivati poi nell’appuntamento successivo, i primi di giugno, quando dai massaggi si è passato ai palpeggiamenti.
«Mi è sembrata più una visita ginecologica», ha dichiarato la donna di fronte alla corte, «sono scappata via e mi sono subito confidata con un’amica e con mio marito. E’ stato uno choc». Ritenuto veritiero il racconto, il pm Vittorio Pilla aveva chiesto una condanna a 5 anni di carcere per il medico. Il quale si era difeso parlando solo di un fraintendimento, versione smentita dall’avvocato di parte civile, Lorenzo Contucci, secondo cui la stimolazione manuale era solo un alibi per molestare la malcapitata di turno. «Il medico si è spinto oltre», ha ricostruito la procura, che ha accusato il medico di violenza sessuale, anche se fuori dalle ipotesi di maggiore gravità. Un’accusa suffragata dal racconto concordante della paziente molestata e delle amiche a cui aveva subito raccontato lo spiacevole episodio. Una di loro, fingendosi l’amica vittima, aveva addirittura provato a cercare su Facebook altre pazienti importunate incappando in un’altra malcapitata. Quest’ultima ha raccontato le molestie subite, pur avendo scelto di non denunciare.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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