Cronaca
CIRCEO Divieto di balneazione per elevata contaminazione di origine fecale

Una condotta fognaria si è rotta e i liquami sono finiti in mare. Scoperta la causa dell’inquinamento che ha costretto il sindaco di San Felice Circeo, Giuseppe Schiboni, a emettere un divieto di balneazione su un tratto di costa.
Le acque di San Felice Circeo si fregiano da tempo della bandiera blu. Ma dopo alcune segnalazioni dei bagnanti allarmati per lo stato dell’acqua nei pressi della foce del canale Rio Torto i risultati dei controlli effettuati dalla Capitaneria di porto e dell’Arpa Lazio sono state uno choc per l’amministrazione comunale. Subito emesso il divieto di balneazione.
I controlli hanno infatti evidenziato una elevata contaminazione di origine fecale, con valori alti di escherichia coli. Rischio notevole per i bagnanti e una macchia per la località turistica nel pieno della stagione balneare. Il sindaco ha subito emesso un’ordinanza con cui ha vietato la balneazione in quella zona. Inoltre ha chiesto tanto ai tecnici comunali quanto a quelli di Acqualatina, la società che gestisce il servizio idrico, fognario e la depurazione, di individuare la causa dell’inquinamento.
La scoperta è stata fatta dal personale del settore comunale lavori pubblici e dai vigili urbani. I quali, battendo palmo a palmo il Rio Torto hanno accertato che un collettore della rete fognaria comunale era rotto. Pochi a questo punto i dubbi sull’inquinamento. I lavori per sistemare la condotta sono già in corso e una volta ultimati verranno ripetute le analisi. La speranza è quella che la situazione torni alla normalità e sia possibile quanto prima revocare il divieto di balneazione.
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Cronaca
Un testimone ha cambiato tutto

#Svelati i dettagli agghiaccianti della confessione di Mark Samson: un omicidio che nasconde un testimone segreto e colpi di scena inaspettati? #CrimineMisterioso #ConfessioneChoc #IlariaSula
La confessione a puntate
Mark Samson, il 23enne accusato dell’omicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula, sta rivelando nuovi dettagli in una serie di lettere dal carcere di Regina Coeli. Dopo aver indicato il nascondiglio del cellulare della vittima sotto il materasso dei suoi genitori, ha inviato una seconda lettera ai pm della Procura di Roma. Questa volta, il giovane ha ricostruito meticolosamente le fasi del delitto, focalizzandosi su come si è disfatto del corpo prima di abbandonarlo in un dirupo nella campagna di Capranica Prenestina. Con l’obiettivo di dimostrare di aver agito da solo, Samson spera di scagionare la madre, indagata per occultamento di cadavere, e di allontanare i sospetti dal padre.
IL TESTIMONE
Nella lettera al sostituto procuratore Maria Perna, Samson ha fatto una rivelazione che potrebbe cambiare tutto: c’è un testimone che l’ha visto trasportare il trolley contenente il corpo di Ilaria, con le gambe che spuntavano dalla cerniera. Chi potrebbe essere questo osservatore misterioso – un vicino, un commerciante o un passante casuale? Qualcuno che ha assistito alla scena e forse ha persino parlato con lui, ma che finora è rimasto in silenzio. Gli investigatori della Squadra mobile di Roma sono già all’opera per rintracciarlo, soprattutto dopo l’enorme eco mediatica del caso. Immaginate: in un momento del genere, come fa un testimone a non collegare i puntini?
LA PROVA DELLA VALIGIA
Samson insiste di aver gestito tutto da solo, dal momento in cui ha avvolto il corpo di Ilaria in sacchi – dalla testa al bacino e dai piedi al bacino – fino a chiuderlo nella valigia. Abitando in un seminterrato, ha dovuto salire sette scalini portando il trolley, che pesava oltre 50 chili, fino alla sua auto parcheggiata poco distante. Per dimostrare la sua forza, si è offerto di sottoporsi a un test sotto sforzo. Ma è davvero possibile? Le descrizioni del giovane dipingono un quadro inquietante: da un lato, un ragazzo remissivo e geloso; dall’altro, qualcuno capace di mentire, uccidere e coprire le tracce con freddezza calcolata. Che altro nasconde questa confessione?
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