Cronaca
PIGNETO Sanzionato minimarket e denunciato titolare

ROMA Pigneto Continuano i controlli straordinari effettuati dagli agenti della squadra di Polizia Amministrativa del Commissariato Porta Maggiore, diretto da Augusto Pallante: sanzionato minimarket.
I poliziotti hanno effettuato mirate ispezioni agli esercizi pubblici e locali per la vendita e somministrazione di alimenti e bevande nell’area di Largo Preneste e zone limitrofe, dove i residenti lamentano la presenza di molte persone che bivaccano nei giardini, spesso in stato di alterazione psicofisica dopo aver acquistato bevande alcooliche nei minimarket etnici prospicenti la piazza, aperti fino a tarda notte. In particolare, durante i controlli, sanzionato un minimarket per la presenza di un lavoratore privo di contratto e numerosa merce in vendita priva di prezzo. Al gestore, pertanto, irrogata una sanzione amministrativa.
In un altro minimarket accertato che il gestore, in violazione al regolamento Comunale, ha continuato a vendere birre in vetro dopo le ore 22.00 a diversi acquirenti che sono stati identificati, sanzionati ed ammoniti a non consumare alcool nel parco pubblico. Riscontrata la presenza di un dipendente, bengalese privo di contratto lavorativo e irregolare sul territorio italiano. Il gestore, bengalese, denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di favoreggiamento alla permanenza in clandestinità del lavoratore c.d. “in nero”. Avendo disatteso per la seconda volta il Regolamento di Polizia Urbana per la vendita di alcoolici oltre l’orario inoltrata la sanzione ai competenti Uffici comunali al fine di sospendere la licenza così come previsto dalla relativa normativa. Ulteriori irregolarità riscontrate in un bar della zona per l’inosservanza sull’etichettatura dell’indicazione degli allergeni contenuti negli alimenti. Il totale delle sanzioni amministrative comminate è stato di oltre 10.666 euro.
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OSTIA – CONTROLLI ANTIDROGA: SEQUESTRATI CONTANTI E HASHISH
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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