Cronaca
ROMA Movida — 4.000 controlli e 14 daspo da parte della polizia locale

ROMA Movida — Nel corso delle verifiche serali effettuate nel weekend dagli agenti della Polizia Locale, particolari accertamenti hanno riguardato le aree della Stazione Termini, le piazze e le vie del centro storico. Nella fattispecie, le zone interessate comprendono le seguenti aree: da piazza Navona a piazza della Rotonda a via delle Muratte, a via del Lavatore e Fontana di Trevi. Attività di vigilanza anche a Trastevere, Campo de Fiori, nel Tridente, a Testaccio, a viale Ostiense, nell’area Colosseo, a Piazza Bologna, S. Lorenzo e Stazione Ostiense. Gli agenti hanno eseguito circa 4.000 controlli e applicato 14 daspo per violazione del regolamento di polizia urbana. Sono state 1.186 le violazioni al codice della strada contestate, 234 i veicoli sorpresi a circolare a una velocità superiore al limite consentito, 219 le verifiche per guida in stato di ebrezza, con la denuncia nei confronti di un conducente trovato con un valore oltre il limite consentito e una patente ritirata. 165, invece, le auto rimosse per soste a intralcio. Un veicolo è stato inoltre posto sotto sequestro.
Ulteriori accertamenti hanno interessato i locali e le attività commerciali, oltreché il rispetto delle norme anti-alcol. Quattro esercizi di somministrazione sono stati multati per irregolarità amministrative relative all’occupazione di suolo pubblico, musica ad alto volume e buttafuori irregolari. Sono state inoltre emanate 26 sanzioni per inosservanza degli orari e delle modalità di somministrazione degli alcolici. Venti le persone sanzionate nell’ambito del servizio anti prostituzione e ripristino del decoro urbano, come previsto dal regolamento di polizia urbana. Due, invece, i fermati e fotosegnalati presso il Comando Generale. Avviati, nei loro confronti, accertamenti relativi alla regolarità della loro posizione sul territorio nazionale.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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