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FOCUS Come uscire dalla violenza domestica dopo il Coronavirus

FOCUS Come uscire dalla violenza domestica – Dopo tutti questi mesi chiusi in casa, potrebbero essersi venute a creare delle situazioni diverse. Ecco il suggerimento della Psicologa Criminologa e dottoressa Alessia Micoli
FOCUS Come uscire dalla violenza domestica – Con la chiusura forzata in casa dovuta all’emergenza sanitaria del Covid19, sono purtroppo aumentati i casi di violenza domestica, che si instaura nei momenti in cui la convivenza diviene più stretta, la casa non risulta più quel luogo sicuro e sale anche lo scoraggiamento nell’effettuare la denuncia da parte della vittima poiché non riesce a sottrarsi al controllo di chi la abusa, la picchia e la minaccia. Dati confermati anche dalla rete dei centri antiviolenza D. i. Re. È fondamentale che ogni donna sappia che non è da sola, che può uscire fuori dal terribile tunnel che sta vivendo e che si sta facendo il possibile per aiutarla e che la rete antiviolenza è presente in tutti i territori, basti pensare al Numero Nazionale Antiviolenza Donna 1522.
Inoltre dopo la Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa dell’11 maggio 2011 sulla prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, la Direttiva 2012/29 UE che ha istituito norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione della vittima di reato ratificata dall’Italia con il d.lgs. 15 dicembre 2015, n. 212. D.L. 93/2013 che ha introdotto, tra l’altro, “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere” ed è stato convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 199. Ed infine la legge n° 69 del 19 luglio 2019, entrata in vigore il 9 agosto 2020 hanno fatto si che la donna vittima di violenza domestica avesse una tutela adeguata e fosse preservata da una serie di azioni nocive nei suoi confronti, come la vittimizzazione secondaria. Durante la denuncia, la legge ha previsto, che vi sia uno psicologo che la intervista all’interno di quella che viene denominata “audizione protetta”, facendo del tutto per farla sentire a proprio agio, sostenerla e promuovendo un clima di fiducia.
Anche la Polizia si è uniformata in questo ed ha attivato il «Protocollo Eva», la strategia di contrasto contro stalking e maltrattamenti che registra anche tutti gli episodi «satellite» quali le litigate segnalata dai vicini di casa e per la quale la donna non fa denuncia; vengono catalogati anche i reati minimi, come ingiurie, minacce, molestie. L’Arma dei Carabinieri che si occupa delle vittime, non è da meno, e lavora in sinergia con le altre due sezioni del Reparto Analisi Criminologiche. Al Pronto Soccorso vi è un percorso di accoglienza studiato proprio per le vittime di violenza, denominato “Codice rosa”, “Percorso rosa”, “Binario rosa”, “Percorso donna”, in base al Presidio Ospedaliero di zona, che segue delle linee guida precise.
Roma e dintorni
Roma, lite e colpi d’arma da fuoco a Centocelle: 2 feriti

(Adnkronos) – Un litigio, spari e due feriti, ieri sera intorno alle 23.30 nel Parco di Centocelle a Roma. Un residente di zona ha riferito di aver sentito una lite di alcuni stranieri che, dopo alcuni spari d’arma da fuoco, si erano allontanati a bordo di auto. I carabinieri della stazione Roma Quadraro e quelli del Nucleo radiomobile di Roma sono intervenuti sul posto.
Dagli accertamenti è emerso che, poco prima al pronto soccorso dell’ospedale Vannini, erano arrivati due uomini nordafricani con ferite superficiali provocate dall’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Il primo è stato medicato per ferite alla gamba e alla mano, riportando 10 giorni di prognosi, e il secondo per ferite ai piedi, riportando 15 giorni di prognosi; entrambi non sono in pericolo di vita.
I due, poco collaborativi, ascoltati nell’immediatezza dai carabinieri, hanno riferito di essere stati avvicinati da alcuni connazionali, uno dei quali, al culmine di una lite, avrebbe esploso diversi colpi d’arma da fuoco con una pistola. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della VII sezione del Nucleo investigativo di Roma che hanno eseguito i rilievi tecnico-scientifici.
Socialnews
“Le strisce blu sono una stangata mascherata da riforma”. Dal Pigneto fino a Ostia, passando per la Garbatella

Azione: “La nuova delibera sulla sosta è una misura vessatoria mascherata da riforma”
«Un intervento che si presenta come riforma, ma che nei fatti si traduce in un mero aggravio economico per i cittadini, senza affrontare in maniera strutturale il vero nodo della mobilità romana: la congestione del traffico».
Così, in una nota congiunta, si esprimono Flavia De Gregorio e Antonio De Santis, capogruppo e consigliere di Azione in Campidoglio, insieme ai consiglieri del I Municipio Giuseppe Lobefaro, Maurizia Cicconi e Sara De Dominicis.
Secondo gli esponenti del partito, la delibera approvata dalla Giunta Capitolina, su proposta dell’assessore Eugenio Patanè, rappresenta un’operazione di cassa camuffata da piano per il decoro urbano e la rotazione dei veicoli.
«Il provvedimento – spiegano – prevede l’introduzione di 30.000 nuovi stalli blu a pagamento, a fronte della cancellazione di 16.000 posti auto gratuiti in centro e nei quartieri dell’anello ferroviario. Una trasformazione che andrà a colpire in modo diretto residenti e lavoratori, costretti a sostenere costi ulteriori per sostare in aree dove fino a oggi era possibile parcheggiare gratuitamente».
Nel mirino della critica anche l’ampliamento della sosta tariffata in zone finora parzialmente o del tutto escluse dalla presenza di strisce blu: «Garbatella, Pigneto, Ostiense, San Paolo, Eur e persino Ostia saranno coinvolti in questa estensione indiscriminata, che penalizzerà ampie fasce della cittadinanza».
Particolare disappunto viene espresso infine per la trasformazione dei parcheggi di scambio in aree a pagamento anche nelle ore notturne: «Una scelta che snatura la funzione originaria di questi spazi, rendendoli simili a veri e propri garage a pagamento».
«Anziché investire con determinazione nel potenziamento del trasporto pubblico e in strategie efficaci per la riduzione del traffico – concludono i consiglieri – si preferisce adottare misure punitive e scarsamente risolutive. Questa non è la mobilità sostenibile di cui Roma ha bisogno. Per questo motivo chiediamo al sindaco Gualtieri e all’assessore Patanè di riconsiderare l’impostazione del piano, aprendo un confronto trasparente con i cittadini e le istituzioni municipali».
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