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Roma, scoppia la Lidl mania: tutti vogliono le loro scarpe

Tutti pazzi per Lidl: le scarpe low cost della nota catena di supermercati stanno andando a ruba anche in Italia
Roma. Tutti vogliono la Lidl Fan Collection. La collezione, composta da ciabatte, sneackers e calzini con il marchio del supermercato Lidl sta andando a ruba. I prezzi sono davvero bassissimi. La famosa catena di supermercati tedeschi infatti, ha da poco messo in commercio in Italia all’interno dei suoi punti vendita una linea di prodotti griffati con il logo aziendale a un prezzo davvero concorrenziale. Parliamo delle scarpe da ginnastica ad esempio, vendute a soli 12.99€, realizzate nella triade dei colori aziendali (giallo, rossa e blu). E poi le ciabatte da mare o piscina, nere col logo bianco (da €3.99 a € 4.99), e per completare il tutto i calzini bianchi di spugna brandizzati, a soli € 2.99. Il fenomeno si è diffuso velocemente, tanto è vero che i 660 punti vendita sparsi in tutta Italia (tranne che in Basilicata) sono presi d’assalto sin dalla mattina presto, e molti hanno già finito le scorte. La cosa incredibile è che si è già creato il fenomeno della rivendita a prezzi maggiorati di questi prodotti. Sui vari siti di e-commerce infatti, è possibile trovare questi oggetti del desiderio popolare a prezzi che arrivano a superare anche di venti volte quelli originari, pronte per essere vendute ai più appassionati.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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