Cronaca
ROMA Intervento della Polizia Locale a piazza Vittorio

Identificate 20 persone e attivate le procedure di assistenza.
Nel corso dei consueti controlli nel quartiere Esquilino svolti dalla Polizia Locale di Roma Capitale, oggi pomeriggio gli agenti del I Gruppo Trevi Nucleo Esquilino hanno svolto mirate verifiche a piazza Vittorio identificando 20 persone. Si è trattato di uomini e donne senza fissa dimora ai quali è stata offerta assistenza alloggiativa, contestualmente agli accertamenti identificativi di rito e per verificare la regolarità della loro posizione sul territorio nazionale. Al termine dell’attività, due persone hanno accettato l’ausilio della Sala Operativa Sociale di Roma Capitale. I controlli sono stati eseguiti in collaborazione con il Commissariato Esquilino della Polizia di Stato e con il supporto del personale di Ama per la pulizia e sanificazione dei portici.
Cronaca
Uomo arrestato per rapina a una donna di 73 anni con un coltello.

#RapinaNotturnaScioccante: Un’anziana aggredita e derubata da un rapinatore armato a Roma!
L’Agguato in Strada
Immaginate una tranquilla serata che si trasforma in un incubo: una donna di 73 anni si è ritrovata faccia a faccia con un aggressore in una via di Casal Bruciato. L’uomo l’ha spintonata e minacciata con un coltello, strappandole la borsa prima di sparire nella notte. Ma cosa ha spinto un atto così audace?
L’Intervento Lampo della Polizia
Non ci è voluto molto perché la giustizia facesse il suo corso: intorno alle 22.30 di sabato, le forze dell’ordine sono intervenute sul posto, identificando e arrestando un 28enne italiano per rapina aggravata e lesioni. La vittima, portata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Pertini con codice giallo, ha subito diverse contusioni che le ricorderanno a lungo questa terrificante esperienza. Chissà quali dettagli nascosti emergeranno dalle indagini?
Cronaca
L’amore per mio figlio: una forza insuperabile

#MiracoloDiVita: Una mamma sfida un tumore al pancreas durante la gravidanza, scopri come ha trasformato la paura in forza con un esito stupefacente! #CancroInGravidanza #StorieIncredibili
La scoperta scioccante e la lotta quotidiana
Immagina di essere al sesto mese di gravidanza e sentirti dire che hai un tumore al pancreas, uno dei più aggressivi. È esattamente ciò che è successo ad Anna, 42enne di Latina, riflessologa e insegnante di lingue, che ha vissuto un incubo trasformato in trionfo. Il suo primo pensiero? “Morirò prima di conoscere mio figlio.” Eppure, oggi, a un mese dal parto, lo guarda negli occhi, piena di vita. Anna, che preferisce l’anonimato per via del tabù ancora legato al cancro, specialmente in gravidanza, racconta di come sintomi iniziali come dolori addominali – che pensava fossero normali – si siano intensificati, rendendola insonne e disperata. Ha insistito da sola per ottenere diagnosi, scoprendo che proprio la sua gravidanza ha agito da allarme salvavita, rivelando il tumore in tempo.
I medici che hanno fatto la differenza
Il vero turning point per Anna è stato il trasferimento al Policlinico Gemelli di Roma, dove un’équipe di esperti ha cambiato le sorti della sua storia. “Mi hanno accolta e ricoverata subito, dopo mesi di agonia,” ricorda. Al suo fianco, il compagno ha rappresentato un pilastro insostituibile, mentre i medici, guidati dal professor Tullio Ghi, primario di Ostetricia e Ginecologia, e dal dottor Giampaolo Tortora, direttore del Cancer Center, hanno unito competenze mediche e supporto umano. Nonostante la gravità della diagnosi alla 24ª settimana, Anna non ha mai vacillato: ha affrontato la chemioterapia mentre il bambino cresceva dentro di lei, dimostrando una determinazione che ha lasciato i medici a bocca aperta. “Ogni giorno controllavamo se il farmaco fosse tollerato, e lui rispondeva crescendo,” rivela Ghi, definendo la sua storia una delle più straordinarie vissute nel reparto.
La speranza che ha illuminato il buio
Oltre alle cure fisiche, Anna ha ricevuto un sostegno psicologico cruciale dalla professoressa Daniela Chieffo e dalla psicologa Anna Maria Serio. Il momento più duro è arrivato dopo il parto, con un timore improvviso legato a possibili complicazioni per il bambino, che l’ha fatta crollare in un vortice di colpa – un’emozione comune tra le madri in queste situazioni. Gli esperti l’hanno aiutata a ricostruire la propria identità materna, affrontando i tabù del corpo malato e della maternità interrotta. “Condividere e raccontarsi è stato il passo per ricucire tutto,” spiega Serio, evidenziando come Anna abbia trasformato la paura in una forza resiliente. La gravidanza ad alto rischio al Gemelli ha visto il tumore non interferire con la crescita del piccolo, rendendo questa vicenda un esempio di speranza pura.
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