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Cronaca

Gallagher: rapper romano arrestato per violenza domestica

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Gallagher: Un rapper da più di 10 milioni di visualizzazioni che si è sempre trovato ad affrontare diatribe legali dovute alla sue continue attività legate allo spaccio di stupefacenti e al possesso di armi da fuoco, ma questa volta è ben diverso, questa volta non si tratta di crimini “che danno credibilità al personaggio”.

Il cantante noto come Gallagher, il cui vero nome è Gabriele Magi, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver commesso atti di violenza e lesioni nei confronti della sua partner, anche quando era incinta. Nel corso di ben due anni, dal 2021 al 2023,  le violenze su lei e sul feto si sono protratte in maniera sistematica, senza freni.

La notizia è stata riportata dal sezione romana del Corriere della Sera, che ha anche citato le parole dell’avvocato del cantante, Gian Maria Nicotera, il quale afferma che le accuse verranno probabilmente ridimensionate, dato che il racconto richiederà un esame attento. Ma c’è ben poco da riesaminare, se la ragazza porta prove sufficienti Magi sarà condannato in primo grado.

Secondo quanto emerso dagli investigatori, Magi avrebbe aggredito la sua compagna per la prima volta nel 2021, quando la donna ancora viveva con i suoi genitori. Con il passare del tempo e l’annuncio della gravidanza, gli episodi di violenza sarebbero diventati sempre più frequenti.

Nel corso dell’estate del 2022, secondo quanto riportato dal quotidiano, Magi avrebbe causato la rottura di una costola della compagna con un calcio. Inoltre, durante il periodo di gravidanza, Gallagher avrebbe spintonato la ragazza contro un termosifone, fortunatamente senza conseguenze gravi per lei o il feto.

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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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