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Gas, prezzo in picchiata: ora l’inverno è un pò meno gelido

Il calo dei prezzi del gas: cosa comporta per il mercato europeo?
Il prezzo del gas ha registrato un significativo ribasso sul mercato di Amsterdam.
Secondo quanto riporta l’Ansa, chiudendo il mese con un saldo negativo, a fronte della convinzione del mercato riguardo alla debolezza della domanda, agli elevati livelli di stoccaggio, ai crescenti flussi di gas liquefatto e al contributo delle energie rinnovabili. Questo scenario dovrebbe consentire all’Europa di affrontare senza problemi l’inverno imminente. I future Ttf hanno registrato la quarta seduta consecutiva in calo, con una diminuzione del 5,4% a 40,4 euro al megawattora, toccando brevemente anche i 39,92 euro (-6,66%). Questo calo ha eroso l’impennata dei prezzi generata dall’attacco di Hamas ad Israele.
In base a quanto osservato sul mercato, sembra che l’Europa non dovrebbe temere l’inverno in termini di approvvigionamento del gas. Il contesto attuale è caratterizzato da una domanda contenuta, stoccaggi elevati, flussi crescenti di gas liquefatto e un contributo significativo delle energie rinnovabili. Questi fattori sembrano mitigare l’impatto delle recenti turbolenze geopolitiche sul prezzo del gas.
La prospettiva di ulteriori ribassi dei prezzi potrebbe influenzare positivamente l’economia europea, riducendo i costi energetici per le imprese e i consumatori. Tale scenario potrebbe avere un impatto anche sulle politiche energetiche e sull’adozione di fonti energetiche rinnovabili nell’ottica della sostenibilità.
Mentre il ribasso dei prezzi del gas può rappresentare una buona notizia per l’economia europea, è fondamentale monitorare da vicino l’evoluzione del mercato energetico e le sue implicazioni su scala globale. La stabilità dei prezzi del gas potrebbe favorire la competitività dei paesi europei e promuovere la transizione verso un’economia più sostenibile e basata su fonti energetiche rinnovabili.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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