Attualità
G7 e Festa delle Forze Armate a Roma: strade chiuse e bus deviati il 4 novembre

Strade chiuse e bus deviati a Roma lunedì 4 novembre per le celebrazioni del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e il G7 dello Sviluppo urbano sostenibile.
Strade chiuse e bus deviati per due eventi che si terranno a Roma nella giornata di lunedì 4 novembre 2024: si tratta delle celebrazioni del Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate e il G7 che ospiterà la riunione dei rappresentanti dei dicasteri italiani ed esteri per lo Sviluppo urbano sostenibile.
Per quanto riguarda la Festa delle Forze Armate, lunedì 4 novembre a piazza Venezia si svolgerà una cerimonia per le celebrazioni in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale con deposizione di una corona al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Prevista anche un sorvolo delle Frecce Tricolori.
Nella stessa giornata, come detto, si svolgerà la riunione dei rappresentanti dei dicasteri italiani ed esteri del G7 per lo Sviluppo urbano sostenibile. Le aree interessate da chiusure e modifiche della viabilità saranno in particolare l’area di piazza Barberini e le strade intorno a Palazzo Altemps.
A che ora è prevista l’esibizione delle Frecce Tricolori a Roma il 4 novembre 2024
Festa forze armate e G7: strade chiuse lunedì 4 novembre 2024
Dalle 7 e sino alle 10,30 circa di lunedì 4 novembre saranno chiuse via del Teatro Marcello, da Vico Jugario a piazza Venezia, via Nazionale, via IV novembre, via Cesare Battisti, piazza…
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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