Attualità
Madonna di Trevignano, la nuova location degli incontri di preghiera con Gisella ma nessun messaggio

Madonna di Trevignano, news su Gisella Cardia
4 Novembre 2024
9:16
La nuova location degli incontri di preghiera con la veggente di Trevignano Romano Gisella Cardia è una stanza con una finestra e una tenda bianca semitrasparente attraverso la quale si intravede la campagna. Forse è la casa di Formello oppure il garage di un fedele. Pare che il 3 novembre non sia arrivato alcun messaggio.
Frame dalla diretta dell’incontro di preghiera del 3 novembre 2024
Una nuova casa in campagna forse a Formello alle porte di Roma oppure il garage di un fedele. Queste sono le ipotesi rispetto al posto che ha ospitato l’incontro di preghiera dello scorso 3 novembre con Gisella Cardia, che il 3 di ogni mese recita il rosario e, a suo dire, vede la Madonna. Questo mese però, a differenza degli altri, pare almeno, non sia arrivato il consueto messaggio “celeste” e non ne arrivano dallo scorso 9 ottobre. E il perché non è chiaro. C’è chi sostiene che Gisella e suo marito Gianni abbiano definitivamente lasciato la loro casa in affitto a Trevignano Romano, e si siano trasferiti nel Comune alle porte di Roma Nord e che quella dalla quale è stata trasmessa la diretta Youtube dell’incontro di preghiera sia la loro nuova casa.
Un’altra ipotesi è che i coniugi Cardia e alcuni fedelissimi si siano incontrati nel garage…
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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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