Attualità
Dimentica le chiavi in casa, tenta di entrare dal balcone ma cade e muore: tragedia a Sabaudia

Vittima di questa tragedia avvenuta ieri pomeriggio a Sabaudia è un anziano di 74 anni. Si è dimenticato le chiavi in casa, ha tentato di scavalcare dal balcone, ma ha perso l’equilibrio ed è caduto dal secondo piano.
Si dimentica le chiavi all’interno del suo appartamento, cerca di entrare scavalcando il balcone del vicino ma cade e muore sul colpo. Vittima di questa tragedia avvenuta ieri pomeriggio a Sabaudia è un anziano di 74 anni.
Stando a quanto si apprende, l’uomo si è reso conto di aver dimenticato le chiavi a casa e quindi ha tentato di entrare all’interno della sua abitazione, scavalcando il balcone di un appartamento al secondo piano che si trova accanto al suo e che è di proprietà del nipote. Si è arrampicato ma improvvisamente ha perso l’equilibrio e ha fatto un volo nel vuoto. È morto praticamente sul colpo.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Sabaudia e i sanitari del 118, ma al loro arrivo non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo.
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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