Attualità
Tenta il suicidio lanciandosi dalla tromba delle scale: i carabinieri lo bloccano e lo salvano

I carabinieri hanno salvato un 52enne, che ha minacciato di suicidarsi, lanciandosi dalla tromba delle scale di un palazzo. L’hanno bloccato per poi consegnarlo ai sanitari.
I carabinieri e il 118 sul luogo del tentato suicidio
Ha minacciato di suicidarsi lanciandosi dalla tromba delle scale, ma i carabinieri l’hanno bloccato in tempo e gli hanno salvato la vita. I fatti sono avvenuti nella mattinata di oggi, mercoledì 6 novembre nel Comune di terracina, in provincia di Latina. A rischiare di morire è stato un uomo di cinquntadue anni residente a Frosinone e già noto alle forze dell’ordine, che dopo l’accaduto ha avuto bisogno di cure mediche ed è stato trasportato in ospedale.
Secondo quanto ricostruito finora il cinquantaduenne al momento dell’accaduto era in grave stato di alterazione psico-fisica e girovagava a piedi nel centro della città. La sua presenza non è passata inosservata ai residenti, che hanno chiamato il Numero Unico delle Emergenze 112 segnalandolo alle forze dell’ordine. Arrivata la segnalazione sul posto all’indirizzo indicato sono giunti i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Terracina insieme al personale sanitario in ambulanza.
I militari hanno trovato e raggiunto il cinquantaduenne, che è poi scappato quando ha visto arrivate l’ambulanza. È entrato all’interno di un palazzo ed ha corso per diverse rampe di scale, fino ad arrivare all’ultimo piano. Ha minacciato i carabinieri di lanciarsi dalla tromba delle scale se si fossero avvicinati. I militari hanno iniziato a…
Attualità
Il divieto degli smartphone a scuola: una scelta coraggiosa?

Di fronte all’annuncio del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche agli studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno scolastico, l’opinione pubblica si spacca: da un lato c’è chi accoglie con favore la misura, considerandola una necessaria inversione di rotta per ridare centralità alla didattica, dall’altro lato, non mancano le critiche: è davvero questo il modo giusto per affrontare il problema?
Valditara parla di un “intervento improcrastinabile”, giustificato dagli “effetti negativi ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica”. In effetti, numerosi studi hanno messo in luce il legame tra l’uso eccessivo degli smartphone e cali di attenzione, peggioramento del rendimento scolastico, aumento dell’ansia e disturbi del sonno.
Tuttavia, vietare l’utilizzo degli smartphone in classe può sembrare un approccio troppo rigido, quasi punitivo. Non tutti gli studenti usano il cellulare per distrarsi: alcuni lo sfruttano come strumento di studio, per cercare informazioni, tradurre testi, accedere a materiali didattici. Bandirlo in modo assoluto rischia di mandare un messaggio sbagliato: lo smartphone è un nemico, e non un mezzo da imparare a gestire.
Forse è proprio qui il nodo centrale della questione: educare, piuttosto che proibire. In un mondo in cui la tecnologia penetra ogni aspetto della vita quotidiana e lavorativa, non sarebbe più utile insegnare ai ragazzi un uso consapevole e responsabile degli strumenti digitali? Imparare a staccarsi dallo schermo, a concentrarsi, a distinguere tra tempo utile e tempo perso, è una competenza fondamentale tanto quanto la grammatica o la matematica.
Inoltre, c’è da chiedersi quanto il divieto sarà davvero applicabile e quanto sarà efficace. Chi controllerà? Con quali sanzioni? Non si rischia di creare solo tensione tra docenti e studenti, senza risolvere il problema alla radice?
Il provvedimento annunciato dal ministro Valditara ha il merito di rimettere al centro il valore del tempo scolastico e l’urgenza di affrontare la questione del digitale tra i giovani. Tuttavia, un vero cambiamento culturale richiede più di un semplice divieto: serve un’educazione digitale integrata, una collaborazione tra scuola e famiglia, e una riflessione collettiva su che tipo di cittadini vogliamo formare.
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