Attualità
Camion dei rifiuti sfonda il muro di un palazzo a Roma: “Mamma era coperta da mattoni e detriti”

Autocompattatore sfonda il muro esterno di una palazzina in via Vitorchiano a Roma. Ferita una donna e il conducente del mezzo. La figlia della signora ferita a Fanpage.it: “Mi sono svegliata in una nuvola di polvere”.
Un camion dei rifiuti è finito fuori strada e ha sfondato il muro esterno di una palazzina in via Vitorchiano a Roma, una traversa della Flamina, zona Nord della Capitale. Nell’impatto l’autocompattatore ha abbattuto una parte della parete che, come si vede nella fotografia scattata da un reporter di Fanpage.it, è caduta all’interno di un appartamento. I mattoni e i detriti hanno ferito una donna, che tuttora è ricoverata in ospedale in codice rosso. Sconosciute le sue condizioni di salute.
Sono rimasti illesi il marito e la figlia 18enne. Quest’ultima, Sofia il suo nome, ha raccontato quanto accaduto ai nostri microfoni: “Verso le 4 mi sono svegliata e letteralmente non vedevo niente. Avevo sentito il botto del muro che era crollato e mi sono svegliata in una nuvola di polvere, poi ho visto mio padre entrare in stanza”.
Continua la ragazza: “Abbiamo aiutato mia madre, che era ricoperta da mattoni e detriti. Fortunatamente l’abbiamo tirata fuori che era ancora cosciente. L’hanno soccorsa e trasportata in pronto soccorso e stiamo aspettando notizie. Ci hanno aiutato i vicini di casa perché io e mio padre eravamo sotto shock, non ricordavamo neanche il numero dei soccorsi”.
Camion rifiuti cade nella corte di un palazzo e sfonda il muro: grave…
Attualità
Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma
Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
-
Ultime Notizie Roma5 ore fa
Piazza di Spagna. Macchina sulla scalinata fra lo stupore dei turisti
-
Attualità4 giorni fa
Toystellers Forever Young: i giocattoli crescono con noi e diventano opere d’arte
-
Attualità2 giorni fa
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza
-
Roma e dintorni4 giorni fa
Mamma e neonata trovate morte a Roma sono americane? Forse una svolta nel caso