Cronaca
Simonetta Kalfus decede dopo intervento di liposuzione, il medico Carlo Bravi sotto indagine dichiarazioni defensive

Carlo Bravi, chirurgo di 73 anni, ha richiesto indagini approfondite sulla morte della sua paziente Simonetta Kalfus, avvenuta a seguito di un intervento di liposuzione del 6 marzo, che ha poi portato a una grave infezione e al decesso della donna dopo dodici giorni di agonia. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, coinvolgendo anche altri due medici.
I carabinieri del Nas hanno messo i sigilli allo studio di Bravi a Cinecittà, dove è avvenuto l’intervento. Il chirurgo ha trascorso la giornata a rispondere alle autorità e ha dichiarato: «Sono stremato… ma anche io voglio che si arrivi alla verità. Quello che è accaduto mi ha distrutto, non ci sono parole per spiegarlo».
Le responsabilità
Una perizia medica ha confermato che la paziente è deceduta per una grave sepsi e sono in corso accertamenti per verificare se Bravi abbia sottovalutato i sintomi dell’infezione o commesso errori durante l’intervento. In risposta alle accuse, ha dichiarato: «Quello che è emerso fino a oggi è solo una parte della storia… Non sono un incosciente. Sono distrutto per quello che è accaduto». Bravi ha anche sottolineato i suoi 40 anni di esperienza professionale.
La catena di errori
La denuncia che ha avviato l’inchiesta è stata presentata dalla figlia di Simonetta, Eleonora Rivetti, dopo che la madre ha mostrato i primi sintomi gravi. Nonostante le visite in pronto soccorso, Simonetta è stata inizialmente rimandata a casa. Solo poche ore dopo, la situazione è peggiorata, costringendo al ricovero nell’ospedale Grassi di Ostia, dove la donna è deceduta senza riprendere conoscenza. I funerali di Simonetta si sono svolti ieri ad Ardea.
Cronaca
Ugo Pagliai: Io e Paola fummo affascinati da questo posto. Mezzo secolo qui è un lungo periodo.

MisteroNellaCasaDellAttore: Scopri i segreti nascosti nella dimora romana di un’icona del cinema!
La Residenza Carica di Emozioni
Nella pittoresca zona del rione Campo Marzio, a Roma, si cela una casa che ha ospitato una leggenda del cinema italiano. Qui, l’attore ha condiviso anni di vita con la sua amata moglie Paola Gassman, scomparsa un anno fa, lasciando dietro di sé un alone di intriganti storie personali che affascinano ancora oggi.
I Segreti del Passato
Immagina di varcare la soglia di questa dimora storica, dove ogni angolo potrebbe rivelare aneddoti inediti e momenti intimi. Gli appassionati si chiedono: cosa nasconde questo luogo, e quali dettagli della vita privata dell’attore potrebbero emergere, catturando l’attenzione di tutti? Dall’arredamento d’epoca ai ricordi condivisi, è un vero invito a scoprire di più su una storia che non smette di incuriosire.Cronaca
Pantheon: La protesta contro il riarmo UE in vista della manifestazione del 21 giugno

PaceInPiazza Hai mai visto una bandiera arcobaleno sventolare davanti al Pantheon come simbolo di rivolta? Scopri l’epica mobilitazione che sta scuotendo Roma contro il Piano di Riarmo europeo!
Una Piazza che Pulsa di Protesta
Questa mattina, Piazza della Rotonda a Roma è diventata l’epicentro di un movimento per la pace, con oltre 60 associazioni, sindacati, collettivi studenteschi, partiti e cittadini uniti sotto una gigantesca bandiera arcobaleno. L’evento, parte della campagna Stop Rearm Europe, segna il primo incontro nazionale delle realtà italiane coinvolte, in preparazione della grande manifestazione del 21 giugno, proprio quando il vertice NATO all’Aja catturerà l’attenzione globale. Lo slogan “Se vuoi la pace, prepara la pace” ha echeggiato forte, mentre i promotori della Rete italiana Pace e Disarmo spingono per fermare le politiche bellicistiche dell’Italia e dell’UE, ispirati anche dal messaggio di Papa Leone XIV.
Testimonianze Emozionanti dalla Folla
Tra i manifestanti, radunati dalle 10 del mattino, si sono viste bandiere della pace e della Palestina, con cartelli che gridavano messaggi come “Stop bombing Gaza”, “Questa città ripudia la guerra” e “No al riarmo, sì alla pace”. Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti, ha tuonato: “Siamo qui contro la guerra e il riarmo. Le armi portano alla guerra, non alla pace. Servono investimenti nei servizi pubblici, non 800 miliardi in armamenti”. Numerose voci dalla società civile hanno aggiunto emozione, con Maria che ha dichiarato: “Il mondo è spinto verso il riarmo e la continuazione della guerra. Non possiamo restare in silenzio, soprattutto di fronte alla tragedia in Palestina”. Giovanni, con una bandiera palestinese, ha ribadito: “C’è un genocidio in corso. Essere qui è un dovere morale”.Parole che Accendono il Dibattito
L’intervento più applaudito è stato quello di Yousef Salman, presidente della Comunità palestinese di Roma e Lazio: “Il genocidio del popolo palestinese continua e il mondo non può andare avanti in questa maniera. Vanno applicate le risoluzioni della comunità internazionale. La nostra lotta non è religiosa: gli ebrei sono nostri fratelli, con loro abbiamo vissuto per secoli. La nostra lotta è contro un regime criminale, sostenuto dagli Stati Uniti”. Anche giornalisti, mediattivisti, sindacalisti e attivisti di associazioni come Articolo 21 e Stampa Romana hanno preso la parola, indossando magliette con slogan come “#Nobavaglio, diamo voce alla pace”. Rosa Lella ha sottolineato: “Le guerre sono nemiche della verità, da sempre uccidono la libera informazione”. Figure come Natale Di Cola della CGIL e Giuseppe De Marzo della Rete dei numeri pari hanno denunciato le risorse sottratte al welfare per il riarmo.
Prossimi Passi verso una Rivoluzione Pacifica
Elena Mazzoni di Transform! Italia ha spiegato: “La guerra impatta su casa, ambiente, diritti. Non è solo pacifismo, ma giustizia sociale. Il 21 giugno saremo di nuovo in piazza, insieme a 18 Paesi europei”. Raffaella Bolini dell’Arci ha annunciato: “Questo è solo l’inizio, con mille adesioni a livello europeo. Dobbiamo costruire un movimento popolare contro il riarmo e le guerre. La piazza è aperta a tutti”.
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