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Simone ‘Cicalone’ aggredito di nuovo a Napoli: colpita anche la videomaker Evelina

Nuovo episodio di violenza per Simone Ruzzi, noto al pubblico come “Cicalone”. Lo youtuber romano è stato nuovamente aggredito a Napoli, nei pressi della stazione di Piazza Garibaldi, dove si trovava per realizzare contenuti per il suo canale YouTube. L’episodio si è consumato a pochi giorni di distanza da una precedente aggressione avvenuta sempre nel capoluogo campano.
A denunciare l’accaduto è stato lo stesso Cicalone, come riportato da NapoliToday. Ancora una volta nel mirino degli aggressori è finita la videomaker Evelina, collaboratrice storica del creator. “Un uomo si è avvicinato per strapparle la telecamera e l’ha fatta cadere a terra. È la stessa persona che ci ha aggrediti a luglio”, ha dichiarato Cicalone. Poco dopo è arrivato un complice, che ha completato l’aggressione sottraendo con violenza l’attrezzatura video. Evelina è stata soccorsa dal 118.
Il precedente risale a circa dieci giorni fa, sempre a Napoli. Cicalone si trovava in città insieme al cantante Tyler B. mentre aspettava un conoscente. “Un uomo ci ha detto che quel giorno non avremmo girato niente, poi è arrivata un’altra persona con una maglietta mimetica”, ha raccontato lo youtuber. In quell’occasione, Cicalone è stato colpito con un oggetto di legno e si è difeso usando uno spray al peperoncino. Evelina, anche allora, è stata aggredita.
Non è la prima volta che Cicalone subisce violenze durante le sue inchieste di strada. In passato, mentre documentava episodi di microcriminalità nella metro di Roma, è stato aggredito da borseggiatori e membri di alcune gang.
La vicenda solleva ancora una volta interrogativi sulla sicurezza degli operatori dell’informazione indipendente e sulla libertà di raccontare certe realtà urbane senza essere messi a rischio.
Roma e dintorni
Roma, spunta un topo nella sala di un ristorante cinese al Prenestino: sequestrato il locale

(Adnkronos) – Un topo è stato trovato nella sala di un ristorante cinese in via Prenestina a Roma nel corso di alcuni controlli svolti dalla polizia della divisione amministrativa della questura di Roma, insieme agli agenti del distretto di zona e della squadra mobile. Il roditore è spuntato nella sala dedicata alla clientela tra le sedie accatastate. Inoltre quando i poliziotti sono entrati nel locale, strutturato su due piani, hanno riscontrato le prime gravi irregolarità: totale assenza di estintori o, laddove presenti, con revisione scaduta da diversi anni e utilizzati come fermaporte, uscite di emergenza ostruite, impianto elettrico privo di manutenzione e pessime condizioni igienico sanitarie nella conservazione degli alimenti.
Gli agenti hanno disposto il sequestro preventivo dell’intero locale. La procura di Roma ha poi chiesto e ottenuto la convalida dal giudice per le indagini preliminari. Il ristorante era parte di una srl il cui amministratore e il socio di maggioranza sono entrambi originari della Cina. Il personale della Asl Roma 2, intervenuto insieme ai poliziotti, ha disposto la distruzione dei cibi mal conservati e ha proceduto alle contestazioni per la materia di loro competenza. Infine uno dei locali del ristorante era stato allestito a dormitorio, con materassi e stuoie ammassati sul pavimento per i 45 dipendenti assunti. Due dei lavoratori sono risultati sprovvisti di valido titolo per la permanenza in Italia e sono in corso approfondimenti da parte dell’ufficio immigrazione della questura per valutare l’adozione di eventuali provvedimenti di rimpatrio.
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