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MONTELEONE SABINO La Sagra delle fettuccine alla trebulana

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MONTELEONE SABINO La Sagra delle fettuccine alla trebulana

Si tiene a Monteleone Sabino la Sagra delle fettuccine alla trebulana. Il borgo, adagiato a quasi 500 metri di altezza sulle propaggini meridionali dei Monti Sabini, dell’antica cittadina laziale di Trebula Mutuesca, in prov. di Rieti, il 4 e il 5 agosto ospiterà la XXI^ edizione della Sagra delle fettuccine alla trebulana.

MONTELEONE SABINO LA SAGRA DELLE FETTUCCINE ALLA TREBULANA

La presenza della pancetta potrebbe in qualche modo ricordare un’amatriciana, così come i funghi potrebbero far pensare a una boscaiola. Ma le fettuccine alla trebulana sono un piatto dal sapore unico e intriso di storia legato a doppio filo a Monteleone Sabino. A partire dalle 19 sarà servito in tavola un concentrato di profumi e sapori unici. Un piatto cucinato ancora oggi seguendo una ricetta tramandata oralmente per tanti secoli. Nelle due serate di festa le fettuccine alla trebulana saranno proposte insieme ad altre antiche ricette monteleonesi. Tutti piatti esaltati dal prodotto più conosciuto della zona, l’olio extravergine di oliva della Sabina.

COSA FARE

Come ogni anno spettacoli musicali e bancarelle del mercatino di artigianato e prodotti tipici allieteranno i visitatori. Chi vorrà passare qualche ora in più a Monteleone Sabino potrà visitare i resti della città di Trebula Mutuesca, l’Anfiteatro romano, il museo comunale e il Santuario di Santa Vittoria, con la splendida chiesa romanica e le catacombe che ne costituiscono il primo elemento storico ed archeologico.

LA LEGGENDA

La leggenda legata al culto della patrona del paese, Santa Vittoria, racconta che essa si convertì al cristianesimo sotto l’Imperatore Decio attorno all’anno 250. A quel tempo un orribile drago, che si era nascosto in una grotta, spargeva la morte fra la popolazione. Vittoria riuscì con la forza della fede a scacciarlo, convincendo la popolazione della città a convertirsi in massa. Malgrado la fama acquisita Vittoria fu invitata da un funzionario, Taliarco, ad abbandonare il cristianesimo e venerare la dea Diana. Al suo rifiuto venne uccisa con un colpo di pugnale. Dopo sette giorni la Santa fu seppellita nella grotta del drago e ivi venerata. Si racconta che nell’esatta zona in cui avvenne il martirio l’erba non cresce più.

ROMA – MERCATINO DEL RUBATO SU VIA OSTIENSE

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