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STADIO DELLA ROMA Indagato tesoriere del PD

STADIO DELLA ROMA Indagato tesoriere del PD. Arriva direttamente al cuore del Partito Democratico l’indagine sui pagamenti alla politica di Luca Parnasi. L’imprenditore arrestato a giugno per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, ma che negli ultimi mesi sta raccontando quello che sa ai pm.
STADIO DELLA ROMA Indagato tesoriere del PD. A finire sul registro degli indagati è il tesoriere del partito Francesco Bonifazi. Una relazione che costa all’esponente dem l’accusa di finanziamento illecito in concorso con l’imprenditore romano. I due avrebbero usato anche la Fondazione Eyu come canale per far arrivare al Pd soldi non in chiaro ma le indagini dovranno capire se sono arrivate anche altre dazioni. Al momento la cifra contestata è di 150mila euro. A confermare le ipotesi della pm Barbara Zuin e del nucleo investigativo dei Carabinieri guidato da Lorenzo D’Aloia è stato lo stesso Parnasi in un breve interrogatorio centrato tutto sui rapporti con i dem. L’imprenditore ha ammesso che tra lui e il tesoriere prima dell’ultima campagna elettorale ci sarebbero stati diversi contatti e un incontro nella sede del Pd a Sant’Andrea delle Fratte. La riunione è stata registrata dal trojan che Parnasi aveva sul cellulare e che ha seguito le mille relazioni dell’imprenditore che doveva guidare la realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Ma, dato che si è svolta nello studio del parlamentare, non può essere utilizzata e dovrà venire distrutta.
GLI INCONTRI CON BONIFAZI
Il rapporto tra il costruttore e l’esponente democratico spunta in diverse intercettazioni. A marzo Luigi Bisignani, consulente e confidente di Parnasi, lo prende in giro: “Tutti pensano che tu sei vicino a Bonifazi”, e lui risponde: “Tutti pensano che sono vicino a Bonifazi, col caz invece… io sono comunque uno che apre”. Il politico ha sempre negato minacciando querele che la fondazione Eyu sia stata un tramite per far arrivare pagamenti o anche solo sponsorizzazioni per l’iniziative di partito. Non ha negato però di conoscere Parnasi: “L’ho incontrato qualche volta. C’è chi vuole confondere le mele con le pere sostenendo che la fondazione Eyu sia stata utilizzata come scatola vuota per finanziare il partito. Mi amareggia veder coinvolta in una vicenda poco commendevole una fondazione che è invece una scatola piena, anzi pienissima”.
I RAPPORTI CON EYU
Bonifazi è il presidente della fondazione Eyu, che avrebbe ricevuto un totale di 250mila euro in due tranche. 150mila euro più 100mila, questi ultimi però sarebbero giustificati. Una parte dei soldi corrispondeva a una fattura per uno studio sul rapporto tra la casa e i cittadini. Il pagamento finale sarebbe stato, però, di 150mila euro più iva, più altri 100mila più iva. A gestire i pagamenti il tesoriere della fondazione Domenico Petrolo che, specie a ridosso delle ultime elezioni, si era fatto insistente con i dipendenti del gruppo Parsitalia. In una intercettazione del 27 febbraio conferma ai collaboratori di Parnasi che i soldi vanno bene e li aspetta con urgenza: “Domani mattina gli mandano i contratti firmati”, spiegano i dipendenti di Parsitalia. Nella stessa giornata, avevano scritto i carabinieri, il tesoriere di Eyu ha una ulteriore interlocuzione con i collaboratori dell’imprenditore “nella quale quest’ultimo sollecita il pagamento affermando che ciò li aiuterebbe molto trattandosi degli ultimi giorni. Evidente è il riferimento alle vicine elezioni del 4 marzo 2018 ed alla campagna elettorale in corso”.
Nel corso di tre interrogatori, assistito dall’avvocato Emilio Ricci, Parnasi ha ammesso di aver pagato politici di ogni schieramento, sia con finanziamenti “in chiaro” sia usando coperture. E di aver usato l’avvocato Luca Lanzalone, consulente di punta del Campidoglio finito ai domiciliari, per avvicinarsi ai Cinque stelle. Molte le sponsorizzazioni in vista delle ultime regionali del Lazio e, sempre in vista delle elezioni, sarebbero stati concordati anche finanziamenti a Radio Padania e alla fondazione Più voci. Parnasi ha ammesso che i soldi erano destinati alla Lega. E ora sul capitolo sono in corso verifiche.
Roma e dintorni
Incendio a Roma, fiamme partite da baracca raggiungono barriere anti rumore sul Gra: salvata una donna

(Adnkronos) – Ancora un incendio a Roma. Oggi intorno alle 12.30 i vigili del fuoco sono intervenuti in via Libero Leonardi, in prossimità del Grande Raccordo Anulare per spegnere le fiamme partite da una baracca. L’incendio ha coinvolto altre strutture di fortuna per poi propagarsi rapidamente fino a raggiungere le barriere anti rumore all’altezza della Romanina.
Nel corso delle operazioni è stata salvata una donna rimasta intrappolata all’interno di una baracca a causa del denso fumo. Esplose anche due bombole di gpl, ma lo scoppio non ha coinvolto persone. Sul posto anche la Protezione civile e i carabinieri.
A causa dell’incendio, sul Grande Raccordo Anulare il traffico è bloccato lungo la complanare all’altezza dell’uscita Romanina in carreggiata interna, km 39,600.
Anas, società del Gruppo Fs Italiane, raccomanda prudenza nella guida e ricorda che l’evoluzione della situazione del traffico in tempo reale è consultabile anche su tutti gli smartphone e i tablet, grazie all’applicazione Vai di Anas, disponibile gratuitamente in App store e in Play store. Inoltre Anas ricorda che il servizio clienti Pronto Anas è raggiungibile chiamando il numero verde gratuito 800.841.148.
Roma e dintorni
Ia contro antibiotico-resistenza, arriva progetto AntiMO che aiuterà i medici

(Adnkronos) – L’antibiotico-resistenza è un’emergenza sanitaria globale che causa milioni di decessi ogni anno con un impatto enorme, dal punto di vista sociale, sanitario ed economico. Ora un antibiogramma digitale basato su machine learning è in grado di prevederla, con molte ore di anticipo rispetto all’antibiogramma ottenuto dal laboratorio di analisi, e visualizzare i risultati secondo la classificazione Oms. Questo è il cuore di ‘AntiMO’ – una piattaforma digitale avanzata, progettata per supportare medici e strutture sanitarie nel contrasto all’antibiotico-resistenza – sviluppata da Keylon con il supporto dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata Idi-Irccs di Roma e nell’ambito di un progetto di ricerca condotto con l’università di Salerno.
“Con AntiMO abbiamo voluto mettere la tecnologia al servizio della medicina, offrendo uno strumento concreto per supportare i clinici e contrastare una delle sfide più urgenti della sanità moderna”, dichiara Gaetano Cafiero, Ceo di Kelyon Srl. “La piattaforma – afferma il consigliere delegato dell’Idi-Irccs Alessandro Zurzolo – è in corso di integrazione nel sistema informatico dell’istituto ed è in grado di fornire supporto decisionale ai medici nella scelta degli antibiotici più efficaci e nel monitoraggio continuo delle resistenze antibiotiche”.
AntiMO si integra con i sistemi diagnostici ospedalieri; partendo da un approccio di medicina di precisione, e utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale e modelli predittivi, identifica i pazienti a rischio di resistenza antibiotica, suggerisce ottimizzazione delle prescrizioni antibiotiche e monitora i trend di resistenza. La piattaforma – si legge in una nota – visualizza in tempo reale i dati aggiornati sulla diffusione delle resistenze nell’ambiente ospedaliero in cui opera, consentendo di individuare le aree e i reparti a maggior rischio e pianificare strategie di prevenzione mirate.
AntiMO integra anche le linee guida AWaRe dell’Organizzazione mondiale della sanità – spiegano gli esperti – monitora la conformità delle prescrizioni e promuove l’appropriatezza terapeutica, riducendo l’uso improprio di antibiotici. Agisce collegandosi ai sistemi diagnostici e alle piattaforme di archiviazione dei dati, facilitando l’identificazione tempestiva dei microrganismi infettivi.
La piattaforma garantisce la privacy dei dati in accordo con il Gdpr. I benefici includono “trattamenti più rapidi e appropriati, riduzione delle complicanze, diffusione delle migliori pratiche cliniche, diminuzione dei costi sanitari e miglioramento dell’efficienza delle risorse ospedaliere”.
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