Cronaca
OMICIDIO CARABINIERE CERCIELLO REGA – Aperto fascicolo contro il collega

La pistola d’ordinanza lasciata nell’armadietto in caserma, le bugie raccontate a verbale due giorni dopo la morte del collega, fino alla maldestra organizzazione dell’operazione. Si infittisce il mistero attorno all’omicidio carabiniere Cerciello Rega.
La procura militare ha aperto un fascicolo e sta accertando eventuali responsabilità di Andrea Varriale, il carabiniere di turno la notte tra il 25 e il 26 luglio insieme al vicebrigadiere ucciso. Dall’inchiesta infatti sono emerse delle incongruenze e delle lacune su cui la procura vuole fare luce.
In primo luogo il fatto che i due carabinieri fossero disarmati. Poi l’operazione: sia Varriale che Cerciello sapevano che Sergio Brugiatelli non era una qualunque vittima di scippo, ma un personaggio coinvolto uno spaccio-truffa. Come dimostra la telefonata del vicebrigadiere ucciso con la centrale. Varriale ha mentito: nel primo verbale sostiene di avere avuto con sé l’arma, salvo poi cambiare versione. Una circostanza non da poco, sulla quale sono pronti a muovere battaglia le difese di Finnegan Lee Elder e Christian Natale Hjort.
Quella notte poi le procedure non sono state rispettate. La prima e più grave violazione riguarda proprio il fatto che Varriale e Cerciello, sebbene in servizio, non avessero la pistola d’ordinanza, che i carabinieri, come tutti gli altri militari, sono «obbligati» a portare sempre, anche quando svolgono un’operazione in borghese.
Inoltre in caso di estorsione, la procedura prevede che all’appuntamento intervengano i militari in borghese, ma che altri, in divisa, rimangano a circondare la zona, «in numero congruo» a seconda della situazione. E invece quando Varriale e Cerciello Reaga si presentano all’appuntamento con Finnegan Lee Elder e Christian Natale Hjort, al posto di Sergio Brugiatelli, per recuperare lo zaino, non c’erano altri militari a supportarli.
Cronaca
Il mistero a Tor Cervara: “Sembrava una lucertola”

#SerpenteIntrusoARoma: Immagina una band in piena jam session quando un rettile misterioso irrompe nella stanza, creando un caos inaspettato!
L’intrusione inaspettata
Nel quartiere romano di Tor Cervara, una band locale si è ritrovata faccia a faccia con un ospite decisamente insolito durante le prove musicali. Quello che sembrava un’innocua lucertola si è rivelato essere un serpente, nascosto tra i pannelli fonoassorbenti della sala di registrazione. I musicisti di “La Scelta” hanno vissuto momenti di vera suspense, scoprendo che l’intruso era un biacco, un ofide non velenoso ma pur sempre una sorpresa elettrizzante.
I fatti dell’incidente
Mercoledì 30 aprile, il quintetto romano – attivo dal 2003 – ha dovuto interrompere le sessioni quando il serpente è apparso all’improvviso. L’esperto intervenuto ha descritto la cattura come una vera caccia al tesoro: dopo ricerche estenuanti, ha estratto un giovane biacco di circa un metro da un tubo metallico di un dispositivo elettronico. Il rettile è stato poi rilasciato in sicurezza al Rifugio del Lupo, lasciando i musicisti a chiedersi come fosse entrato.
Un precedente simile
Non è la prima volta che Roma si trasforma in un set da film con serpenti protagonisti. Lo scorso 15 aprile, in una villetta sulla Bufalotta, un’altra avvistamento ha scatenato il panico: un serpente, scambiato inizialmente per una vipera, è stato inseguito dal cane dei proprietari. Si trattava in realtà di una innocua Natrice del collare, una biscia d’acqua, ma l’episodio ha dimostrato quanto questi incontri possano essere imprevedibili e affascinanti. Chissà quanti altri segreti striscianti nascondono le strade della Capitale?
Cronaca
Il presunto romano deceduto sul Monte Toc in Veneto è Rinaldo Vuerich, tra i migliori piloti di parapendio.

#TragediaNelCielo La misteriosa scomparsa di Rinaldo Vuerich, il leggendario pilota di parapendio che ha incantato l’Italia, ti lascia senza fiato! #Parapendio #AvventuraExtrema
Chi era Rinaldo Vuerich
Rinaldo Vuerich, un’icona del volo libero, aveva 55 anni e alle spalle ben 30 anni di esperienza nei cieli. Considerato uno dei migliori piloti di parapendio in tutta Italia, era originario di Fiumicello e aveva ottenuto il brevetto nel 1994. Di giorno, lavorava nella falegnameria di famiglia a Roma, ma il suo vero amore era il cielo, che lo ha reso celebre tra appassionati e amici.
L’incidente che ha scioccato tutti
Mercoledì 30 aprile, durante un’escursione sul monte Toc nel Bellunese, qualcosa è andato storto. Rinaldo è precipitato da un’altezza di 1.480 metri, urtando prima contro una roccia e poi finendo a valle. Un compagno di volo ha lanciato l’allarme, ma quando i soccorsi sono arrivati, per lui non c’era più nulla da fare. La sua salma è stata trasportata in obitorio per gli accertamenti necessari.
I toccanti ricordi degli amici
Sui social, amici e ammiratori hanno condiviso storie commoventi che rivelano il carisma di Rinaldo. Giuseppe lo ha ricordato con parole emozionanti: “Eccoci in una delle nostre meravigliose avventure. Ora però, sei salito davvero troppo in alto amico mio. Tienici sempre d’occhio e veglia su di noi. Per puro caso, proprio oggi ho rifatto la stessa foto, ma senza più te”. Giorgio ha aggiunto: “Ricordo che, partiti da Serrone, avevo cercato di stargli dietro fino a Sora. Mi diceva ‘te con la vela blu, che stai a gira’ lassù, segui me’. Era quel tipo di energia che ispirava tutti, sia nei voli brevi che in quelli epici sopra i 100 chilometri”.
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