29 Marzo 2024

ROMA E DINTORNI

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La monogenitorialità: una realtà incalzante

Sono in grande aumento le famiglie monogenitoriali, ovvero quelle persone (madri padri) che per scelta o per imposizione crescono uno o più figli da soli.

La monogenitorialità è una realtà assai diffusa ed avviene a causa di: separazioni (giudiziali o consensuali), lutti ed abbandoni di vario genere (durante la gravidanza, dopo la nascita del figlio, quando il figlio sta crescendo).

I dati Istat evidenziano che nel 2015- 2016 in Italia i nuclei monogenitoriali, in cui vi è un figlio minore, sono pari a 1.034.000; un fenomeno, dunque, in crescita dato che nel 1983 erano solamente 468.000.

Vero è che un tempo si assisteva a meno risorse, non vi erano i nidi comunali, i servizi non erogavano aiuti di alcun tipo e quindi prima di affrontare una scelta di questo genere gli individui cercavano di superare problemi ed affrontare sacrifici.

Ciò che non è mutato nel tempo è l’aiuto che proviene dalla famiglia di origine, dove risorse fondamentali, erano e sono, i nonni.

Sono molte le persone che si rivolgono ad uno psicologo per elaborare sentimenti forti quali: il senso di colpa, la rabbia ed il dolore, dopo aver patito una scelta che verte sulla famiglia monogenitoriale; anche se il sentimento più angosciante da dover fronteggiare è la solitudine e le sintomatologie che queste situazioni possono innescare sono molteplici.

Tutti i genitori “al singolare” affermano di sentirsi soli, stressati e a volte mal giudicati, è una sfida molto importante che allo stesso tempo può dare origine a grandi soddisfazioni.

Purtroppo spesso la famiglia monogenitoriale è sinonimo di disagio economico.
La durata del periodo di vita di una famiglia monogenitoriale è all’incirca di cinque anni, dopodiché si crea una famiglia ricostituita, una famiglia allargata dove si inserisce un nuovo compagno od una nuova compagna, altri zii e nuovi nonni.

Dr. ssa Alessia Micoli Psicologa Criminologa

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