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BEFANA: DA ISOLA SOLIDALE DA SUOR PAOLA LE “CALZE” PER I DETENUTI DI REGINA COELI

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BEFANA: DA ISOLA SOLIDALE DA SUOR PAOLA LE “CALZE” PER I DETENUTI DI REGINA COELI

Le due associazioni insieme anche oggi per partecipare alla festa per le famiglie del Cral dipendenti di Roma Capitale

Isola Solidale e So.Spe. insieme per far festeggiare l’Epifania ai detenuti di Regina Coeli. Lunedì 6 gennaio, infatti, ogni cella della Casa Circondariale di via della Lungara, a Roma, riceverà una calza della Befana contenente dolci, caramelle, cioccolata, biscotti e altri beni alimentari. Le calze sono state preparate presso la sede della So.Spe, dai volontari delle due associazioni. All’acquisto dei prodotti hanno contribuito anche alcuni detenuti ospiti presso l’Isola Solidale.

L’Isola Solidale, infatti, è una struttura che da oltre 50 anni accoglie a Roma detenuti ed ex detenuti grazie alle leggi 266/91, 460/97 e 328/2000. L’Associazione So.Spe. (Solidarietà e Speranza) opera invece a favore di ragazze madri, bambini e adolescenti e si impegna nel sostegno e nel recupero di persone vittime di violenze e povertà, detenuti e famiglie disagiate.

Ma la collaborazione fra le due associazioni per l’Epifania non è finita: oggi, infatti, i volontari dell’Isola Solidale hanno accompagnato 30 bambini con le proprie mamme assistiti dall So.Spe. (Solidarietà e speranza) al Circo di via di  Torrevecchia, in occasione della festa della Befana organizzata per le famiglie del Cral dipendenti di Roma Capitale.

“Per chi si ritrova a vivere l’esperienza del carcere – commenta Alessandro Pinna, presidente dell’Isola Solidale – il periodo delle festività può essere ancora più duro da affrontare rispetto agli altri giorni dell’anno. Con questo gesto che facciamo quest’anno vogliamo portare un pensiero e un po’ di felicità a queste persone, sperando che possano avere al più presto l’opportunità di riprendere in mano la propria vita”. 

“Da oltre 30 anni – aggiunge Suor Paola D’Auria, fondatrice della So.Spe. – la nostra associazione confeziona per la festa del 6 gennaio le calze per i detenuti di Regina Coeli. Quest’anno abbiamo scelto di farci aiutare anche dall’Isola Solidale, perché il nostro obiettivo comune è quello di aiutare le persone detenute a sentirsi ancora accettate e parte della società, perciò facciamo in modo che la mattina della Befana possano trovare questa sorpresa, sperando di allietare la loro giornata”. 

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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