28 Marzo 2024

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CALCIO L’assoluzione non cancella il Daspo

L’assoluzione non cancella il Daspo. Il proscioglimento dai fatti che hanno fatto scattare il provvedimento non ne determina la decadenza. Il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive infatti non è basato sull’accertamento giudiziale dei fatti.

L’assoluzione di fatto non cancella il Daspo. Questo infatti si può revocare o modificare per effetto di intervento dell’autorità giudiziaria se vengono meno o cambiano le condizioni della misura presa. Irrilevante se il proscioglimento è disposto con la formula «perché il fatto non sussiste» o «perché l’imputato non lo ha commesso». Lo afferma la Cassazione che, con la sentenza 9006, ha respinto il ricorso di un gruppo di ultras dell’Atalanta confermando le condanne a due anni e sei mesi per resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’aver commesso il fatto in ‘gruppo’ e con lancio di corpi contundenti, lesioni aggravate e danneggiamento aggravato di una macchina della polizia.

I fatti si riferiscono al 2016 quando degli hooligan bergamaschi con passamontagna, spranghe e bombe carta, si erano preparati per assaltare uno dei pullman di tifosi dell’Inter che tornava a Milano dopo la gara. Un gruppo di teppisti che aveva caricato con bengala e sassi polizia e tifosi interisti. Ai fini del concorso nel reato contestato valorizzato il dato della compattezza del gruppo «che nei suoi spostamenti per le vie della città aveva assunto le caratteristiche di una formazione paramilitare rimasta unita per intimidire le forze dell’ordine, costrette a un’attività di pedinamento e di vigilanza, in attesa di organizzare la controffensiva con l’arrivo di altre pattuglie».

Anche la fuga era stata di fatto un ripiegamento «con i caratteri tipici di una formazione di tipo paramilitare». La Cassazione conferma dunque condanne e reati, compresa la violazione del Daspo a carico di un ricorrente che contestava la decisione. Una trasgressione che riteneva di non aver fatto perché prosciolto dal reato. La Cassazione però spiega che l’assoluzione non fa decadere il provvedimento che non è basato sull’accertamento giudiziale dei fatti presupposti. La misura può essere annullata solo se cambiano le condizioni per le quali il divieto di accesso alle manifestazioni sportive è imposto.

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