28 Marzo 2024

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MES Salvini “Il Salva-Stati non ci serve”

MES Il leader della Lega Matteo Salvini replica a Nicola Zingaretti commentando le parole espresse dal capo politico del Pd.

Ieri Zingaretti, dalle colonne del Corriere della Sera, ha chiesto al governo di decidere in fretta sul Mes e oggi dallo stesso quotidiano giunge la replica di Salvini: “Sarei d’accordo se l’appello del segretario del Pd fosse finalizzato a pagare la cassa integrazione o a dare liquidità a famiglie e imprese”. Secondo il leader leghista però non è così: “Zingaretti non sta nella pelle per il Mes. Le stesse ragioni con cui lui dice sì al Salva-Stati non hanno convinto Francia, Spagna, Grecia o Portogallo tanto che per la sua architettura istituzionale, perfino la Germania rischia di avere dei problemi. Il Bundestag sarà chiamato ad approvare ogni singolo esborso del Mes. Per sciogliere alcuni nodi economici non serve l’Europa ma un governo appena decente”.

La ricetta della Lega è diversa da quella del Pd: “Anziché ipotecare il futuro dei nostri figli meglio scommettere sull’Italia con l’emissione di buoni del Tesoro. Tanto più che i segnali sono incoraggianti. Il Btp Italia ha battuto ogni record e con un’unica asta ha chiuso a 22,3 miliardi. Più di metà del Mes. I dieci punti citati da Zingaretti comportano quasi tutti un aumento strutturale della spesa, ma il Mes serve solo per interventi straordinari direttamente collegati alla crisi Covid. Quindi è un prestito vincolato. Ciò significa che a parte l’ammodernamento degli ospedali e la ristrutturazione delle Asl, tutti gli altri obiettivi snocciolati dal segretario del Pd sono fuori tema.

Il Mes non è pensato per alimentare gli investimenti nella ricerca, la rivoluzione digitale, il rafforzamento della medicina di base, la riforma dei servizi per anziani e malati cronici, l’aumento di investimenti per il personale sanitario, l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, le borse di studio, l’aumento dei posti finanziati per gli specializzandi o altri obiettivi generici. Quindi non vogliamo cascarci. Le condizioni proposte sembrano innocue, ma i Trattati e i Regolamenti (in particolare il cosiddetto ‘two pack’ del 2013) consentono di modificarle successivamente.

Chi ci assicura che tra dieci anni, quando la crisi Covid sarà un ricordo lontano, ci saranno le stesse volontà e gli stessi equilibri politici? L’Italia resterebbe in balia degli umori europei: pollice su o pollice giù? Vita o morte?”. Tra tanti dubbi e una certezza: una volta accettate le risorse lo Stato membro sarà soggetto a sorveglianza rafforzata da parte della Commissione europea e della Bce. Ci sarà quindi la possibilità di subire altri diktat. La patrimoniale. Una bastonata alle pensioni. Un inasprimento dell’Iva”.

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