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Voglia di tornare a scuola dopo il Coronavirus: non per tutti è possibile

Voglia di tornare a scuola dopo il Coronavirus – La nostra psicologa e criminologa Alessia Micoli, spiega cosa potrebbe accadere nelle emozioni dei ragazzi dopo che in alcune scuole è ritornata la chiusura
Purtroppo la voglia di tornare in classe, che studenti e docenti stavano vivendo dal momento si è stati chiusi in casa per l’emergenza sanitaria dovuta al Covid19, è stata frenata in quanto dal 14 settembre l’inizio della scuola è stato posticipato al 24 c. m. (nello specifico c’è chi parla di uno sciopero che vedrà coinvolte le giornate del 24 e del 25 settembre, di alcuni sindacati). La riapertura della scuola è slittata, nonostante i banchi acquistati ed i protocolli messi in atto, in moltissime regioni d’Italia.
Purtroppo alcune scuole che hanno aperto si sono viste costrette ad una quarantena, ciò è successo in Lombardia che ha visto protagoniste 39 classi a causa di un alunno positivo. Le emozioni che stanno accompagnando le famiglie, i docenti e la maggior parte degli studenti sono molte e sono quelle che stanno affollando gli studi degli psicologi, poiché dalla gioia di rivedere chi si era salutato a marzo ora sta prendendo il sopravvento la paura del contagio, l’ansia che non si riesca a rispettare il distanziamento sociale, le tensioni dovute agli atti compulsivi di alcune patologie che vedono il pulirsi le mani come un rinforzo di “comportamenti problema”, gli attacchi di panico di genitori che temono di non riuscire a gestire la nuova situazione imposta (la scuola ha chiuso il servizio di “pre” e “post” orario scolastico) ed il terrore che sopraggiunga un nuovo lookdown per cui si dovrà rimanere chiusi in casa un’altra volta.
Il mondo della scuola per far fronte al Coronavirus ha messo in atto nuove regole: ingresso ai bagni vigilato con l’accesso di non più di due volte al giorno, ricreazione seduti al banco, divieto di scambiarsi del materiale, foderare i libri con copertine lavabili, mascherina obbligatoria per gli spostamenti nell’edificio, disinfettarsi spesso le mani. Regole che spaventano gli studenti in quanto non vedevano l’ora di riabbracciare i compagni ed i docenti, ma che dovranno frenare questo impulso e magari potenziare nuovi modi per dimostrare i propri sentimenti verso il prossimo.
Roma e dintorni
orari di lavoro e misure

A Roma niente lavoro all’aperto nelle ore centrali della giornata e nuove misure contro il caldo estremo. Come fatto già da diverse regioni, tra cui anche il Lazio, Roma Capitale rafforza il proprio impegno nel contenimento degli effetti delle alte temperature.
La direttiva del sindaco
In linea sia con il recente Protocollo quadro per l’adozione di misure di contenimento dei rischi lavorativi legati alle emergenze climatiche, sottoscritto dal Ministero del Lavoro, sia con l’Ordinanza regionale che vieta il lavoro all’aperto dalle 12.30 alle 16 nei settori agricolo, florovivaistico, edile e delle cave nei giorni più caldi, l’Amministrazione capitolina ha oggi definito due ulteriori azioni, spiega il Campidoglio in una nota.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – prosegue il comunicato – ha firmato una direttiva per garantire la massima diffusione dell’ordinanza regionale e fornire raccomandazioni a tutela dei lavoratori esposti al sole e impegnati in attività fisicamente intense. Tra le misure raccomandate: idratazione frequente, rimodulazione degli orari di lavoro, distribuzione di attrezzature idonee (es. nebulizzatori), e predisposizione di spazi di protezione collettiva (es. tende ombreggianti).
La direttiva si inserisce nel solco dell’ordinanza sindacale n. 74 del 16 maggio scorso, già orientata alla mitigazione degli effetti delle ondate di calore in vista anche del Giubileo. Per mercoledì 9 luglio, fanno sapere da Palazzo Senatorio, è stato inoltre convocato in Campidoglio un incontro con le organizzazioni sindacali. Parteciperanno il Direttore Generale di Roma Capitale, Albino Ruberti, e gli assessori Claudia Pratelli (Scuola, Formazione e Lavoro) e Ornella Segnalini (Lavori Pubblici e Infrastrutture). Al centro dell’incontro, la possibile definizione di un accordo attuativo – previsto dallo stesso Protocollo ministeriale – per rafforzare le misure di protezione dei lavoratori durante le ondate di calore.
Roma e dintorni
‘Arte e Collezionismo a Roma’ a settembre a Palazzo Barberini

Dopo il grande successo della prima edizione – con quasi 10mila presenze nel 2023 e un volume di vendite di diversi milioni di euro – torna nella Capitale la mostra di antiquariato “Arte e Collezionismo a Roma”, che si terrà dal 18 al 23 settembre 2025 nella prestigiosa cornice di Palazzo Barberini, sede delle Gallerie Nazionali di Arte Antica.
Saranno 63 gli espositori selezionati (erano 45 nel 2023), tra le più importanti gallerie italiane e internazionali, che presenteranno opere di alto pregio storico e artistico in un allestimento concepito come un vero e proprio “salotto culturale”, dove il valore del confronto, della ricerca e della conoscenza sarà al centro del percorso espositivo. Accanto a pittura e scultura, ampio spazio sarà dedicato anche alle arti decorative, a testimonianza della prestigiosa tradizione antiquariale italiana.
Organizzata dall’Associazione Antiquari d’Italia, la manifestazione si conferma come un appuntamento culturale e commerciale di caratura internazionale, con l’obiettivo di posizionare Roma al vertice del panorama antiquariale europeo, offrendo a studiosi, collezionisti e appassionati un’esposizione ricca di inediti e opere mai visti prima. Sarà inoltre l’occasione per un primo confronto all’interno del settore dopo il provvedimento del governo che ha ridotto l’aliquota Iva dal 22% al 5% sulle cessioni e le importazioni di opere d’arte in Italia.
Un fitto programma di eventi farà da cornice alla mostra: dall’esclusiva cena di gala inaugurale (riservata a circa 600 ospiti tra collezionisti, direttori di musei e personalità istituzionali), alla preview ad inviti, fino all’apertura al pubblico dal 20 al 23 settembre, con orario continuato dalle 11.00 alle 19.30 (chiusura anticipata alle ore 18.00 il 23 settembre).
“Questa seconda edizione nasce dalla volontà di consolidare un progetto che ha saputo coniugare rigore scientifico, valorizzazione del mercato antiquariale e apertura verso il grande pubblico. Roma ha ritrovato il suo posto nella geografia europea dell’antiquariato e siamo grati a Palazzo Barberini per averci accolto. Sarà un’occasione di incontro con il grande pubblico, per tenere vivo un rapporto fondamentale per la cultura del Paese. La mostra, che si affianca alla prestigiosa Biennale di Firenze, si fonda su piccoli scrigni in cui ogni antiquario esporrà le opere dei maestri, oggetti d’arte decorativa, di scultura, design e di pittura che seguono e al tempo stesso indirizzano il gusto di oggi. Non è un caso se l’Italia è meta di un turismo internazionale che si sta trasformando velocemente in una risorsa economica primaria per l’intero sistema Italia”, dichiara il presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia, Bruno Botticelli.
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