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Migranti, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: il ‘caso’ Don Bosco

Migranti, l’esperimento sociale nel quartiere del V Municipio che non ha dato i risultati sperati

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Migranti, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare: il ‘caso’ Don Bosco

Migranti – “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. I proverbi sono la saggezza dei popoli, e anche nel caso dell’accoglienza dei flussi migratori mai detto fu così calzante.

Ci troviamo a Roma, nel quartiere Don Bosco, periferia – non estrema – della Capitale. Una zona del V Municipio, abitata da circa 60.000 cittadini. Questa mattina, come spesso capita in altre zone della città, abbiamo incontrato un cittadino originario del continente africano che puliva un tratto di marciapiede da piccoli rifiuti ed erbacce. Un lavoro ben fatto e apprezzato dai diversi passanti che si recano nel vicino supermercato.

Per l’esattezza la strada in questione è via Giuseppe Chiovenda. Un tratto che attraversa viale Palmiro Togliatti e abbastanza frequentato dai residenti del quartiere, anche per i numerosi istituti scolastici presenti nelle immediate vicinanze.

MIGRANTI – L’ESPERIMENTO SOCIALE NEL QUARTIERE DON BOSCO

Purtroppo però abbiamo notato che, tra le 8 e le 11, nelle tre scatole posizionate per raccogliere qualche soldo non c’erano molti euro. Qualcuno potrebbe obiettare che lo spazzino abusivo potrebbe averli tolti per evitare che qualcuno potesse sottrarglieli. Ma noi abbiamo sostato lì per ben tre ore e abbiamo potuto renderci conto di quanta differenza vi sia tra il dire e il fare. I soldi ricevuti dai passanti erano infatti veramente pochissimi e, escludendo che fossero tutti elettori del centrodestra, ci è dispiaciuto vedere che quasi la totalità non ha dato nemmeno una mancia ad un uomo che comunque stava facendo un servizio di pubblica utilità, seppur non autorizzato.

Ora la chiosa finale a fronte di questo esperimento sociale è che tanti, forse troppi, si sciacquano la bocca quando si parla di inclusione e accoglienza, ma poi dati alla mano la realtà è ben diversa.

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Morte sul lavoro a Frosinone: operaio crolla in fabbrica per malore

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Morte sul lavoro a Frosinone: operaio crolla in fabbrica per malore

TragediaSulLavoro Hai mai pensato a quanto possa essere imprevedibile un normale giorno di lavoro? Scopri i dettagli sconvolgenti di un incidente fatale in fabbrica che sta facendo discutere tutti!

In una mattina come tante, un operaio di Frosinone si è sentito improvvisamente male mentre era al suo posto di lavoro, trasformando una routine quotidiana in una tragedia inaspettata. Le autorità stanno indagando sulle circostanze esatte, con testimoni che parlano di un evento rapido e misterioso, lasciando tutti a chiedersi cosa potrebbe averlo causato. Questo caso solleva domande importanti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema che colpisce milioni di persone.

Le Prime Indagini

Fonti vicine alle indagini rivelano che l’operaio, impegnato in attività standard, ha accusato sintomi improvvisi prima di crollare. Gli esperti stanno esaminando fattori come le condizioni ambientali e lo stress lavorativo, alimentando la curiosità su potenziali rischi nascosti che potrebbero riguardare chiunque.

Impatto sulla Comunità

La notizia ha scosso la comunità locale, con molti che si interrogano su come prevenire simili incidenti. Testimoni oculari descrivono scene di caos e urgenza, ricordandoci quanto sia fragile la vita quotidiana.

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Emanuela Orlandi, l’ex poliziotto preda di un gruppo criminale in trappola orchestrata

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Emanuela Orlandi, l’ex poliziotto preda di un gruppo criminale in trappola orchestrata

MisteroSvelato La scomparsa di Emanuela Orlandi potrebbe nascondere una trappola orchestrata da un gruppo misterioso, con un ex commissario di polizia al centro di rivelazioni scioccanti che stanno facendo tremare l’Italia!

Immaginate una storia che unisce intrighi internazionali, un rapimento calcolato e un ex commissario di polizia finito nella rete di un’organizzazione oscura: è questo il caso di Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa nel 1983 che continua a ossessionare le indagini. Fonti affidabili suggeriscono che il sequestro non fu un atto isolato, ma parte di una trappola ben pianificata, con dettagli che emergono solo ora e lasciano tutti a chiedersi: chi c’è davvero dietro?

La Trappola Orchestrata

Le prime tracce indicano che ‘l’ex commissario della polizia’ potrebbe aver giocato un ruolo inaspettato, attirato in un inganno che ha sconvolto le autorità. Testimoni parlano di un gruppo organizzato che ha teso la rete, con manovre che ricordano spy thriller hollywoodiani – ma è tutto vero, e le prove stanno emergendo.

Rivelazioni Sconvolgenti

Nuove informazioni, filtrate da indagini recenti, aggiungono pezzetti al puzzle: ‘le hanno teso una trappola’ non è solo una frase, ma un indizio che punta a connessioni internazionali. Gli esperti si interrogano su motivazioni nascoste, alimentando teorie che vanno dal crimine organizzato alle ombre del Vaticano – una vera caccia al tesoro per chi ama i misteri irrisolti.

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