Cronaca
Devastano scuola dopo brutto voto: gruppo di studenti nei guai
Devastano scuola dopo brutto voto. Gravissimo episodio in un istituto di Guidonia

Devastano scuola dopo brutto voto. Protagonisti della vicenda 8 ragazzi che frequentano un istituto di Guidonia. Mandati su tutte le furie dalle pessime prestazioni in aula, hanno deciso di ‘vendicarsi’ prendendosela con il plesso. Il gruppo, composto da 6 maschi e 2 femmine, sarebbe stato già interamente identificato e denunciato dai Carabinieri. I quali ne hanno ricostruito le azioni vandaliche, tre in tutto, compiute alla fine dello scorso novembre.
La banda sarebbe entrata nell’istituto, nel centro di Guidonia, dopo aver forzato una porta. Una volta all’interno, avrebbe preso a danneggiare porte e lavagne e a imbrattare con del gel banchi, sedie e arredi. Una condotta che sarebbe costata alle casse della scuola diverse migliaia di euro. A ‘fermare’ il gruppo è però intervenuto il sistema di allarme dell’istituto, che, accortosi della loro presenza, ha iniziato a suonare, costringendoli a darsi alla fuga.
Dopodichè ci ha pensato la dirigente scolastica a sporgere denuncia per gli episodi presso i Carabinieri della locale Stazione. I quali hanno immediatamente dato avvio alle indagini, al cui termine sono arrivati agli otto giovanissimi, tutti minorenni. A loro carico hanno quindi formulato gravi indizi di colpevolezza di introduzione furtiva nell’istituto e danneggiamento. Ancora poco chiaro invece il motivo alla base del gesto: oltre al brutto voto ricevuto, non si esclude neanche la noia.
Ultime Notizie Roma
Droga, minacce ed incendi tra Roma e Calabria: 11 arresti, smantellata la rete legata al narcotraffico

Undici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga che ha colpito un’organizzazione criminale attiva tra Roma, Latina e la Calabria. Le accuse nei loro confronti comprendono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e incendio doloso in concorso. Altri tre soggetti risultano ancora ricercati.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è frutto di un’indagine articolata che ha incluso intercettazioni e l’analisi di chat criptate. L’inchiesta si collega ad una precedente operazione condotta nel Gennaio 2022, che aveva già smantellato un’organizzazione criminale, secondo gli investigatori, all’albanese Elvis Demce, condannato in seguito a 18 anni di carcere.
Gli arrestati avrebbero avuto ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione, che si occupava del traffico di cocaina lungo l’asse Roma-Reggio Calabria. Le forze dell’ordine hanno documentato il commercio illecito di almeno 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marijuana tra maggio 2020 e marzo 2021 nelle province di Roma e Latina. Tra gli episodi più gravi, uno riguarda l’incendio di una sala scommesse a Roma e le successive minacce di morte rivolte al proprietario, accusato di non aver saldato un debito per l’acquisto di droga.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
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