Pace in Ucraina, un tema su cui il Papa si batte praticamente dall’inizio della guerra. Di esso è tornato a parlare quest’oggi, al termine dell’udienza generale. In un momento, come lui stesso ha ricordato, scelto non a caso: mancano infatti appena due giorni al compimento del primo anno di conflitto. Che il Pontefice definisce “assurdo e crudele” e per il quale invita “quanti hanno autorità sulle nazioni” affinchè “si impegnino concretamente” per porvi termine.
Serve, spiega Bergoglio, “raggiungere il cessate il fuoco e avviare i negoziati di pace“. E replica a quanti sostengono che a quest’ultima si può arrivare solo con il successo di una delle due parti: “Quella costruita sulle macerie non sarà mai una vera vittoria“. Ricorda a tal proposito il “triste anniversario” e soprattutto ciò che ha comportato: “Il bilancio di morti, feriti, profughi, isolati, distruzioni, danni economici e sociali parla da sè“. E ammonisce sul mancato perdono da parte del Signore, che, dice, “è Dio della pace“.
Dopo aver espresso poi vicinanza al “martoriato popolo ucraino, che continua a soffrire“, lancia un’esortazione ai potenti del mondo. “Chiediamoci se è stato fatto tutto il possibile per fermare la guerra“. Infine rivolge un pensiero a quanti sono impegnati nell’assistenza alle popolazioni che vivono sotto le bombe e alle quali “portano sostegno e speranza“. Anche a costoro chiede di unirsi al suo appello: “Preghiamo tutti insieme per la pace“.