Cronaca
“Questo è il mio nuovo numero”: torna a Roma l’Sms truffa. Come difendersi
“Questo è il mio nuovo numero”: il racconto di una donna residente a Roma Sud

“Questo è il mio nuovo numero”. Recita così l’ultimo messaggio truffa, che in questi giorni ha colpito a Roma.
Rivolto ai soggetti più vulnerabili, anziani e genitori, esso coinvolge anche Whatsapp. E se hai la sfortuna di cascarci, è meglio che ti prepari a vedere il tuo conto corrente ripulito. In realtà non si tratta di una novità, ma di un’iniziativa che si ripete ciclicamente.
Prendendo di mira quasi sempre le stesse persone. Non tutte però cadono nel tranello, anzi sempre di più denunciano alla Polizia postale. Ciò tuttavia non scoraggia i malviventi, che agiscono un pò in tutta Italia, ma in particolare nella Capitale.
Tra i colpiti infatti una donna, mamma e nonna, residente nel quadrante Sud della città. Le è arrivato un sms dal numero 3489011098 con questo testo: “Ciao mamma, questo è il mio nuovo numero. Lo salvi e mi mandi un messaggio su Whatsapp per favore?“. Dopo che le figlie le hanno confermato di non averglielo mandato, la donna si è rivolta alla Polizia.
E se avesse risposto? Avrebbe effettuato operazioni bancarie in favore del criminale celato dietro il numero mittente. Ma queste esche non vengono inviate solo alle mamme. Tra i messaggi che circolano, ce n’è infatti uno, sulla stessa linea del precedente, indirizzato però ai papà.
“QUESTO E’ IL MIO NUOVO NUMERO”: L’SMS-TRUFFA PER I PAPA’
“Papà, mi è caduto il telefono. Mi mandi un Whatsapp al nuovo numero?“, il contenuto. Accompagnato da un link, che, se cliccato, spedisce sul numero dei truffatori, con richiesta di dati personali. Tra questi l’Iban, che dovrebbe consentire al finto figlio di far fronte al malfunzionamento della sua App bancaria e di pagare una bolletta.
Anche in questo caso, non bisogna fornire il codice, ma contattare il proprio figlio per accertarsi se sia stato davvero lui a inviare il messaggio. Dopodichè, spiega la Polizia postale, bisogna cancellare sia la conversazione che il numero, qualora quest’ultimo sia stato salvato in rubrica.
Attualità
”La verità che nessuno vuole accettare”: in carcere esce il libro di Gabriele Bianchi sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte

Dal carcere di Rebibbia arriva una pubblicazione che riapre ferite ancora vive nell’opinione pubblica: Gabriele Bianchi, uno dei protagonisti del brutale pestaggio che nel settembre del 2020 costò la vita a Willy Monteiro Duarte, ha scritto un libro in cui si proclama innocente e vittima di un sistema che, a suo dire, lo avrebbe condannato prima ancora del verdetto giudiziario.
Il volume, intitolato “La verità che nessuno vuole accettare”, è stato scritto nella cella in cui il 30enne di Alatri sta scontando una condanna definitiva a 28 anni di carcere. Nelle pagine del libro, Bianchi si dice bersaglio di un “processo mediatico già scritto” e sostiene che pochi attimi possono distruggere una vita, portando anche chi è innocente “all’inferno, senza aver peccato”.
La notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, Willy Monteiro Duarte fu picchiato a morte a Colleferro mentre tentava di difendere un amico da un’aggressione. La giustizia ha stabilito, in maniera definitiva, le responsabilità dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, con il primo condannato all’ergastolo e il secondo, appunto, a 28 anni. I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma hanno accolto parzialmente le richieste della Cassazione, riconoscendo le attenuanti a Gabriele ma rivedendo la pena in aumento rispetto al precedente appello, che gliene aveva inflitti 24. Oltre a loro, sono stati condannati anche Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, ritenuti complici nel delitto, rispettivamente a 23 e 21 anni di reclusione.
Nel libro, Bianchi ripercorre la sua versione dei fatti e prova a restituire un’immagine diversa di sé: “Non sono un mostro, non ho ucciso nessuno”, ribadisce con fermezza. Parla della sua vita sconvolta, di affetti perduti e sogni infranti, ma anche del conforto ritrovato nello sguardo del figlio durante i colloqui in carcere come simbolo, per lui, di un desiderio di rinascita.
Tuttavia, il racconto autobiografico si scontra con una realtà giudiziaria ben diversa: oltre alle condanne, entrambi i fratelli sono stati protagonisti di episodi controversi in carcere: Gabriele, stando a una testimonianza interna, avrebbe ostentato atteggiamenti di prepotenza affermando “Io sono il re, voi gli schiavi”. Marco, invece, risulta coinvolto in un’indagine che lo vede tra i detenuti sorpresi a usare illegalmente telefoni cellulari nella struttura di Pescara.
La pubblicazione del libro solleva interrogativi sul diritto di esprimersi anche da parte di chi è stato riconosciuto colpevole in via definitiva per reati gravissimi. È giusto dare voce a chi si professa innocente, pur avendo ricevuto una condanna severa da parte della giustizia? Oppure si rischia di legittimare una narrazione che può ferire ulteriormente i familiari della vittima e confondere l’opinione pubblica?
Quello che è certo è che, a quasi cinque anni dall’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il dolore per una morte assurda e ingiusta è ancora molto presente nella coscienza collettiva, e mentre Gabriele Bianchi tenta di riscrivere la sua verità, resta scolpita nella memoria una realtà ben più concreta: quella di un ragazzo generoso che ha perso la vita nel tentativo di difendere un amico e di una comunità intera che continua a chiedere giustizia e rispetto.
Cronaca
Un altro incendio a Ostia. Stavolta è il Faber Beach. Da accertare le cause dell’incendio

Ancora un rogo agli stabilimenti di Ostia. Stavolta è il famoso Faber Beach ad essere danneggiato per cause ancora da accertare. Infatti ieri sera intorno alle nove di sera, la sala operativa del Comando di Roma ha inviato a Ostia in Lungomare Paolo Toscanelli le squadre dei Vigili del fuoco di Ostia e dell’Eur con al seguito tre Autobotti, il Carro Autoprotettori ed il Capo Turno Provinciale per cercare un grande incendio un incendio che ha colpito tutto l’impianto balneare ormai generalizzato all’interno dello Stabilimento Faber Village Beach. Le operazioni di spegnimento sono durate tutta la notte dato che l’incendio aveva coinvolto tutta la struttura. Sul posto la Polizia e i Carabinieri, non ci sono stati feriti ma rimangono i dubbi su come sia potuto accadere.
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