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Roma, Il comune corre ai ripari. Al via i buoni da 100 euro per chi conserva la carta dei regali

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A Roma buoni da 100 euro per chi ricicla la carta dei regali di Natale: come partecipare alla ‘lotteria’

Parte in omaggio un buono da 100 euro del Comune di Roma per chi ricicla la carta dei regali di Natale.

Scopriamo insieme come partecipare a questa iniziativa e come avere la possibilità di vincere uno dei 100 buoni spesa messi in palio.

A Roma è stata lanciata un’iniziativa speciale volta a premiare i cittadini che ricicleranno la carta e il cartone utilizzati per imballare i pacchi regalo durante le festività natalizie. Questa iniziativa realizzata da Ama e Comieco, patrocinata da Roma Capitale, è stata lanciata per ridurre l’impatto ambientale derivante dai rifiuti prodotti durante le festività.

Dal 27 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024, Ama allestirà 50 punti di conferimento dedicati in diverse zone della città. I cittadini potranno conferire i loro rifiuti natalizi in carta e cartone e riceveranno un biglietto per partecipare all’estrazione dei 100 buoni spesa da 100 euro offerti da Comieco. L’estrazione dei biglietti vincenti avverrà nella settimana che va dal 22 al 26 gennaio 2024.

L’iniziativa è rivolta a tutti i cittadini residenti a Roma che abbiano compiuto 18 anni ed è completamente gratuita. È richiesto solo il trasferimento presso uno dei punti di conferimento. I buoni spesa saranno consegnati in forma cartacea presso la sede di Ama di via Calderon De La Barca.

Il regolamento prevede che per ogni conferimento di almeno cinque imballaggi di carta e cartone, verrà rilasciato un biglietto numerato, simile a quelli di una lotteria. Ogni partecipante potrà ricevere più di un biglietto, e per ciascun conferimento verrà consegnato un tagliando. Saranno emessi in totale 40.000 biglietti per la lotteria, ciascuno contrassegnato da un numero che va da 1 a 40.000.

Durante l’estrazione verranno estratti i 100 numeri vincenti, corrispondenti ai buoni regalo da 100 euro messi in palio. I vincitori dovranno mettersi in contatto con Ama e Comieco attraverso l’indirizzo e-mail concorsi@comieco.org, indicando i propri dati e un’immagine del biglietto vincente. Infine, i premi dovranno essere richiesti e ritirati entro 30 giorni dalla data dell’estrazione.

Questa iniziativa non solo premia i cittadini responsabili, ma contribuisce anche attivamente alla protezione dell’ambiente. La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, quindi non perdere l’occasione di contribuire al riciclo e avere la possibilità di vincere un buono spesa da 100 euro.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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Quando la fede diventa spettacolo: il caso del nuovo imam di Bologna

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Quando la fede diventa spettacolo: il caso del nuovo imam di Bologna

La figura dell’imam, tradizionalmente, ha un ruolo fondamentale: guida spirituale, punto di riferimento religioso e promotore di dialogo e di pace nella comunità. Ma cosa accade quando la predicazione si trasforma in spettacolo social, e le invocazioni in contenuti virali su TikTok?

È quanto sembra emergere dal caso del nuovo imam di Bologna, subentrato dopo che lo storico imam Zulfiqar Khan è rimasto bloccato in Pakistan per motivi di sicurezza nazionale. Il nuovo arrivato, giovane e popolare, ha portato con sé un linguaggio decisamente più acceso, una comunicazione più aggressiva e una presenza social sempre più invadente.

Le dichiarazioni dell’imam, come quando critica i musulmani che si scambiano gli auguri di Natale, definendo questo gesto inaccettabile perché “a Natale è nato il figlio di Dio, e dire che Allah abbia un figlio è un insulto”, oppure quando afferma che donne e uomini non dovrebbero parlarsi liberamente, non sono semplicemente controverse: sono l’espressione di una visione chiusa e rigida, profondamente in contrasto con i principi di libertà e convivenza che costituiscono le fondamenta della nostra società democratica

Non è questo l’Islam che conosciamo attraverso tante persone musulmane che vivono e lavorano pacificamente in Italia, che credono in una fede fatta di rispetto, carità, umiltà e fratellanza. Non è questo l’Islam che, anche nelle sue interpretazioni più conservatrici, invita al confronto con il mondo e non alla sua demonizzazione.

Ma è proprio qui il punto dolente: il confine tra religione e ideologia, tra fede e potere, tra guida spirituale e influencer radicale. La religione, qualunque essa sia, non può essere usata per intimidire, per imporre un modello di comportamento che nega libertà individuali, specialmente alle donne.

La preoccupazione sollevata da alcune voci politiche non può essere liquidata come semplice allarmismo: siamo di fronte a una forma di radicalizzazione che si traveste da predicazione, ma che nei fatti mina le basi della convivenza civile. Quando un imam, per di più giovane e popolare sui social, usa il pulpito per attaccare, giudicare e dividere, non sta diffondendo fede: sta alimentando una cultura del sospetto, della chiusura e del controllo.

La cosa più pericolosa è che tutto questo avviene sotto gli occhi di tutti, in video che raggiungono migliaia di visualizzazioni e parlano a un pubblico spesso giovane, in cerca di riferimenti e identità.

Continuare a ignorare questi segnali significa lasciare spazio all’estremismo, legittimarlo con il silenzio e permettere che cresca anche dove si dovrebbe invece coltivare il dialogo.

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