Attualità
Previsioni Meteo Roma e Lazio, 30 Gennaio: Sole e Caldo per l’Anticiclone nei Giorni della Merla

Oggi, martedì 30 gennaio, tutto il Lazio godrà di una giornata dal cielo svolazzante e dal clima temperato. Le temperature rimarranno abbastanza elevate, sebbene le minime potrebbero raggiungere valori sotto lo zero, come è il caso di Rieti e Viterbo. Non si prevedono precipitazioni e i venti saranno leggeri. Le condizioni meteorologiche saranno generalmente le stesse in tutta la regione, con temperature un po’ più basse a Rieti e Viterbo ma sempre al di sopra della media per questo periodo dell’anno.
Ci troviamo nei cosiddetti “giorni della merla”, usualmente considerati i più freddi dell’anno, una credenza popolare che negli anni è stata avvalorata dalle statistiche. Tuttavia, il 29, 30 e 31 gennaio di quest’anno sono caratterizzati da un clima mite e con temperature decisamente superiori alla media invernale. Questo è dovuto all’anticiclone Zeus, che porta un’aria calda su tutte le province del Lazio. Previsto rimanere sull’Italia per almeno dieci giorni, Zeus avrà un impatto notevole sul clima della regione.
A Roma, Frosinone e Latina, ci si aspetta che il termometro oscillerà tra i sei e i quattordici gradi, mentre a Rieti e Viterbo, le temperature scenderanno al di sotto dello zero con le massime che, generalmente, non supereranno i dieci gradi. Le condizioni atmosferiche rimarranno analoghe anche nei giorni a seguire, con cieli poco nuvolosi, assenza di piogge e venti deboli.
Al momento, non si prevedono cali significativi delle temperature, che continueranno a essere al di sopra delle aspettative stagionali. Per un clima più freddo bisognerà attendere almeno fino alla prossima settimana. L’anticiclone proveniente dall’Africa, infatti, rimarrà sulla penisola ancora per un po’, portando le temperature a livelli quasi primaverili.
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Droga, minacce ed incendi tra Roma e Calabria: 11 arresti, smantellata la rete legata al narcotraffico

Undici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga che ha colpito un’organizzazione criminale attiva tra Roma, Latina e la Calabria. Le accuse nei loro confronti comprendono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e incendio doloso in concorso. Altri tre soggetti risultano ancora ricercati.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è frutto di un’indagine articolata che ha incluso intercettazioni e l’analisi di chat criptate. L’inchiesta si collega ad una precedente operazione condotta nel Gennaio 2022, che aveva già smantellato un’organizzazione criminale, secondo gli investigatori, all’albanese Elvis Demce, condannato in seguito a 18 anni di carcere.
Gli arrestati avrebbero avuto ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione, che si occupava del traffico di cocaina lungo l’asse Roma-Reggio Calabria. Le forze dell’ordine hanno documentato il commercio illecito di almeno 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marijuana tra maggio 2020 e marzo 2021 nelle province di Roma e Latina. Tra gli episodi più gravi, uno riguarda l’incendio di una sala scommesse a Roma e le successive minacce di morte rivolte al proprietario, accusato di non aver saldato un debito per l’acquisto di droga.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
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