Attualità
Vaccino Melanoma Potrebbe Rivoluzionare le Cure per il Cancro

L’iniezione sperimentale del primo vaccino per trattare il melanoma all’Istituto Pascale di Napoli rappresenta un passo significativo nell’evoluzione delle terapie oncologiche. Secondo il direttore del Dipartimento di tumori cutanei, immunoterapia oncologica sperimentale e terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, Paolo Ascierto, questo sviluppo potrebbe segnare il principio dell’applicazione dei vaccini a mRna messaggero, curativi e personalizzati, contro vari tipi di tumori, insieme all’immunoterapia classica. Tuttavia, Ascierto sottolinea la necessità di cautela in attesa dei risultati, nonostante l’emozione per questo traguardo.
Ascierto ha poi illustrato che c’è un elevato interesse nello studio di questo vaccino terapeutico poiché i preliminari di fase II sull’efficacia, presentati nei principali convegni del campo lo scorso anno, hanno mostrato risultati molto promettenti. Il vaccino è concepito per quelli che hanno subito un intervento di asportazione di melanoma, o che sono a rischio elevato o presentano una metastasi resecata. Nonostante il melanoma sia uno dei tumori della pelle più aggressivi, sono già stati compiuti importanti progressi. Infatti, oggi tra i pazienti operati, il 70% sopravvive dopo 7 anni e mezzo, una netta crescita rispetto al 50% di qualche anno fa. L’obiettivo della ricerca è di aumentare ulteriormente tale percentuale.
L’iter dello studio prevede che i pazienti inizino l’immunoterapia, mentre in parallelo si sviluppa un vaccino personalizzato basato sul DNA del melanoma del paziente. A tal scopo, vengono estratte le cellule del melanoma per selezionare 34 neo-antigeni, ovvero le proteine mutate del melanoma. Questi componenti vengono poi utilizzati per creare un mRna messaggero che costituisce il vaccino. In conclusione, Ascierto evidenzia che, se i risultati dello studio fossero positivi, sarebbe possibile inaugurare un nuovo capitolo nelle terapie contro tutti i tipi di tumori, combinando vaccinazione terapeutica e immunoterapia.
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Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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