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Blocco al traffico nella Fascia Verde di Roma il 3, 4 e 5 febbraio a causa dello smog

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Blocco al traffico nella Fascia Verde di Roma il 3, 4 e 5 febbraio a causa dello smog

La città di Roma è alle prese con alti livelli di inquinamento, al punto che diverse stazioni di monitoraggio hanno rilevato valori di polveri sottili (PM10) superiori al limite consentito. A causa di tali valori, l’amministrazione della città ha stabilito il blocco del traffico su diversi giorni precisamente sabato 3, domenica 4 e lunedì 5 febbraio 2024. Questo blocco vale per l’area interna della ZTL Fascia Verde.

La decisione di vietare la circolazione veicolare privata nella ZTL Fascia Verde è stata presa attraverso un’ordinanza firmata il 2 febbraio dal sindaco Gualtieri. Ecco la lista dei veicoli che saranno interessati dal divieto:

Il sabato 3 febbraio 2024, dalle ore 7,30 alle 12,30 e dalle 17,30 alle 19, sono proibite autovetture alimentate a benzina Euro 3, le autovetture a gasolio Euro 4 e i ciclomotori e motoveicoli a gasolio Euro 2. Tra le 7.30 e le 10.30 e tra le 16.30
e le 19, autovetture benzina Euro 3 e gasolio Euro 4 adibite al trasporto merci (categorie N1, N2 e N3) non saranno ammesse.

La domenica 4 febbraio 2024, dalle ore 7,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30, sono vietate le autovetture alimentate a benzina fino a Euro 3 e a gasolio fino a Euro 4. Questo include anche veicoli merci (categorie N1, N2 e N3) a benzina fino a Euro 3 e a gasolio fino a Euro 4, i ciclomotori e motoveicoli a 2 ruote fino a Euro 1 e i ciclomotori e motoveicoli a 3 e 4 ruote a gasolio fino a Euro 2.

Infine, il lunedì 5 febbraio 2024, dalle ore 9 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19, sono escluse le autovetture a benzina Euro 3, le autovetture a gasolio Euro 4 e i ciclomotori e motoveicoli (a 3 e 4 ruote) a gasolio Euro 2. Dalle ore 7,30 alle 10,30 e dalle 16,30 alle 20,30, autovetture benzina Euro 3 e a gasolio Euro 4 adibite al trasporto merci (categorie N1, N2 e N3) non potranno circolare.

Per garantire la protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini, il 3, 4 e 5 febbraio verranno applicati ulteriori divieti a Roma. In tutto la città, nei giorni indicati, è previsto:

È vietato l’uso di generatori di calore domestici alimentati a legna (se disponibile un sistema di riscaldamento alternativo) che non rispettano i livelli di emissione previsti almeno per la classe 3 stelle. È proibita qualsiasi combustione all’aperto. È vietato per tutti i veicoli trascorrere il tempo con il motore acceso. Verrà ampliata la pulizia delle strade. Infine, verranno intensificati i controlli per far rispettare le regolamentazioni da parte delle autorità competenti.

Nel caso specifico dell’incidente a Casal Palocco, lo youtuber Matteo di Pietro ha raggiunto un accordo per una pena di 4 anni e 4 mesi, a seguito della morte di un bambino nell’incidente.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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