Attualità
Donna si sottrae al pagamento post-lifting glutei e fugge dalla clinica con drenaggi

Una donna è fuggita da una clinica di Montesacro, dove aveva appena subito un intervento di lifting ai glutei. Come riporta Il Corriere della Sera, la donna aveva ancora addosso bendaggi e drenaggi al momento della fuga. Non desiderando pagare i 20mila euro dovuti per l’intervento chirurgico, la paziente ha deciso di scappare dopo un solo giorno di ricovero, nonostante il difficile post-operatorio. Al suo atteso all’esterno della struttura c’era un complice, probabilmente il suo partner. La donna sembra aver avuto una precedente esperienza simile, dove non aveva pagato un trattamento per l’aumento delle labbra.
Scappare dopo un intervento chirurgico così complesso è piuttosto insolito. Il post-operatorio è spesso difficile, richiedendo al paziente riposo e monitoraggio continuo per evitare complicazioni. Il chirurgo che ha eseguito l’operazione ha denunciato l’accaduto agli agenti del commissariato Fidene, sperando di rintracciare la donna e, ‘di recuperare quantomeno i drenaggi’.
“Tutti noi siamo rimasti sorpresi”, ha dichiarato l’avvocata Stefania Arduini al Corriere della Sera. “Mi ha stupito non solo perché non sono un medico, ma anche per la resistenza fisica che ha dimostrato questa donna. Si è alzata ed è andata via dalla clinica, nonostante la preoccupazione dei medici e degli infermieri per il suo benessere fisico. Si è tranquillamente infilata in macchina e se ne è andata, portando con sé drenaggi, guaina e protesi”.
Maximilian Catenacci, il chirurgo che ha eseguito l’intervento, ha commentato l’evento con una battuta. “Fuga da Alcatraz? No, noi abbiamo la fuga dalla clinica con drenaggi”. Il personale della Polizia di Stato sta indagando sull’accaduto e forse le forze dell’ordine riusciranno a convincere la donna a restituire almeno i drenaggi, precisamente quattro.
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Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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