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Cambio dell’ora legale e ritorno dell’ora solare nel 2024

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Cambio dell’ora legale e ritorno dell’ora solare nel 2024

Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024, in Italia tornerà l’ora legale e si dovrà spostare in avanti di un’ora la lancetta degli orologi. Questo cambiamento coincide con la giornata di Pasqua, con le lancette che si dovranno spostare dalle due di notte.

Torna l’ora legale in Italia che nel 2024 coincide con la giornata di Pasqua. Questo cambiamento avviene per sfruttare meglio la luce del sole durante il periodo estivo e dura sette mesi prima del ritorno dell’ora solare in autunno. Il cambio di ora avverrà nel weekend e di notte per ridurre il disagio per la popolazione, anche se tutti dormiranno un’ora in meno.

L’ora legale arriva domenica 31 marzo, con le lancette che dovranno essere spostate in avanti di 60 minuti. Questo è un adattamento previsto dalla convenzione europea e dalla direttiva europea recepita dall’Italia. L’ora legale inizia alle 2:00 del mattino, diventando quindi le 3 del mattino. Anche se si dormirà un’ora in meno, si potrà godere di un’ora in più di luce.

Il cambio all’ora solare nel 2024 avverrà nell’ultima domenica di ottobre, quando si tornerà alle 2 del mattino. In Italia, nonostante le discussioni sull’abolizione dell’ora legale per passare a un sistema perenne di ora solare, si continuerà a seguire il sistema attuale di alternanza tra ora legale e solare.

L’abolizione dei cambi di orario nell’Unione europea è un dibattito in corso da tempo. In Italia, il passaggio all’ora legale è stato considerato più vantaggioso dei fastidi che potrebbe causare. L’ora legale è stata introdotta per la prima volta nel 1916 e ha continuato ad essere utilizzata con fasi alterne fino alla Seconda guerra mondiale, quando è stata formalizzata nel dopoguerra. I benefici in termini di risparmio energetico, stimati intorno ai 220 milioni di euro grazie alla riduzione del consumo di energia elettrica per l’illuminazione, sono tra le ragioni principali per cui l’ora legale è ancora in vigore in Italia.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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