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Rocco Siffredi denunciato dopo un’intervista. Cosa è successo

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Rocco Siffredi denunciato dopo un’intervista: la giornalista, le chat, le scuse. “Quando ti stringevo non lo potevo dire”: cosa è successo

La donna: messaggi volgari e insulti. Lui: ho le chat, non è così. La lite sul testo dell’articolo, gli insulti a sfondo sessuale, le scuse del pornodivo

Una giornalista ha denunciato Rocco Siffredi per molestie sessuali a seguito di uno scambio di messaggi equivoci. Dopo un’intervista, Siffredi ha inviato messaggi vocali espliciti alla giornalista che l’hanno fatta sentire a disagio.

Dopo una discussione riguardo all’articolo pubblicato, Siffredi ha fatto commenti offensivi alla giornalista, che ha minacciato di denunciarlo. Nonostante le scuse dell’attore, la giornalista ha deciso di procedere con la querela per offese e denigrazione della sua dignità professionale.

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Calcio Roma

Progetto Stadio della Roma, Un bosco potrebbe bloccare tutto

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Possibile ostacolo alla costruzione dello Stadio della Roma

Cronaca Roma – Mentre le operazioni di carotaggio dell’As Roma sono a completamente ferme da due settimane, emerge la possibilità di un nuovo (grande) intralcio nel percorso di costruzione dello stadio della Roma. Nell’area di Pietralata, sono attualmente in corso delle verifiche per confermare l’effettiva presenza di un bosco, una questione che è stata molte volte sollevata dai comitati contrari al progetto. Se confermato, il bosco sarebbe vincolato da normative nazionali ed europee.

Un bosco a Pietralata

Il giornalista Alessio Di Francesco, della redazione di Radio Roma Sound 90 FM, ha divulgato la notizia il 24 aprile. I comitati che si oppongono all’avanzamento del progetto dello stadio da mesi, hanno richiesto un sopralluogo, probabilmente non l’unico. Sostengono che esista un’area boschiva lì, che di conseguenza dovrebbe essere protetta.

Il sopralluogo di Comune, As Roma e carabinieri

In risposta alle richieste ostinate, Roma Capitale ha deciso di inviare i propri tecnici, accompagnati da quelli dell’As Roma e dai carabinieri del nucleo operativo forestale. Il Comune ha affermato che “il piano territoriale paesaggistico regionale (Ptpr, ndr) non ha identificato nessun bosco nell’area meritevole di protezione, e quindi non esiste alcun vincolo paesaggistico ex lege”. Tuttavia, per cancellare ogni dubbio, l’amministrazione ha scelto di assecondare le richieste dei cittadini e andare a vedere con i propri occhi.

“Esiste un’area verde vincolata”

Il comitato Si al parco Si all’ospedale No allo stadio rivela: “Ad oggi noi non sappiamo nulla. C’è stato un sopralluogo, ma non siamo stati coinvolti. Probabilmente ne faranno un secondo. Secondo noi, esistono vincoli boschivi in base alla normativa vigente. Fino ad oggi il Comune non l’ha mai voluto riconoscere. Abbiamo segnalato più volte all’esistenza di quest’area, tutelata dalla legge italiana e dalla comunità europea, ed evidentemente abbiamo toccato un punto dolente, se hanno chiesto questo sopralluogo”.

“Il Comune continua a negare”

Per i contrari allo stadio, l’argomento del dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica al piano paesaggistico regionale non reggerebbe: “Continuano a dire che per il Ptpr quel bosco non c’è. Ma la normativa prevede che, in caso di richieste da qualsiasi parte, si debba procedere alla verifica, cosa che avrebbero dovuto fare già al momento dell’indizione della conferenza dei servizi. Probabilmente qualcuno ha avuto dei dubbi, perché ad oggi non ci sono autorizzazioni per il taglio di alberi e ce lo hanno confermato gli uffici. Se si confermasse l’esistenza di un’area boscata, tutto ciò che è stato raccontato finora sull’inesistenza di un’area verde e la necessità di riqualificare un’area degradata verrebbe a decadere”.

L’intoppo dell’antica cisterna

Potrebbe essere necessario un secondo sopralluogo. Solo dopo un resoconto ufficiale, i proponenti (l’As Roma) e il Comune decideranno come proseguire. Questa non è la prima difficoltà che si presenta nel cammino di realizzazione dello stadio della Roma. Già settimane fa, la Soprintendenza ha richiesto la protezione di alcuni ritrovamenti archeologici, tra cui un’antica cisterna che si trova proprio nell’area dove dovrebbe sorgere lo stadio destinato ad accogliere i tifosi giallorossi.

Gli 800 alberi nell’area del progetto

Inoltre, a inizio marzo, il Comune ha rivelato una presenza di centinaia di alberi proprio nel luogo del progetto, in seguito ad una richiesta di accesso agli atti dei comitati anti-stadio. Si possono notare circa 800 cerchietti verdi e rossi, rappresentanti gli alberi identificati tramite “fotointerpretazione”, e quelli “classificati”, ovvero verificati senza ricorso alle immagini dall’alto. Secondo il Comune, almeno un’ottantina di questi dovrebbero essere abbattuti per le indagini archeologiche, in deroga al regolamento del verde che li tutela.

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Cronaca Roma – Padre riceve condanna a dieci anni di reclusione

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La scoperta degli abusi

Cronaca Roma – Il primo indizio emerse quando una bambina si presentò al pronto soccorso con diverse ferite sulle braccia e sul corpo. I medici, sospettando di abuso, chiamarono immediatamente la polizia. Gli ufficiali scoprirono, a seguito dei necessari inquirenti, una rete di abusi e maltrattamenti inflitti alla bambina.

Conferma delle accuse e condanna dell’aggressore

La Corte d’Appello di Roma ha condannato un uomo a dieci anni di carcere per aver maltrattato e abusato sessualmente della sua figlia di nove anni. Dopo che la sentenza è diventata definitiva, l’uomo è stato trasferito dal reparto di Medicina Protetta al carcere di Mammagialla.

Il terribile racconto della vittima

Secondo Il Messaggero, gli abusi sono avvenuti undici anni fa, nel 2013, quando la bambina aveva solo nove anni. Era stato il personale dell’ospedale a chiamare la polizia dopo aver notato le ferite sul corpo della piccola. Quando interrogata, la bambina rivelò alle forze dell’ordine chocche erano le crudeltà che suo padre le faceva subire. Le disse: “Mi frusta perché non sono brava”. Ma le crudeltà non terminavano qui.

Abusi sistematici e condanna definitiva dell’aggressore

Oltre a frustarla, il padre costringeva la bambina a scrivere ripetutamente “devo essere più brava”. La piccola rivelò anche che suo padre spesso la raggiungeva in doccia, toccandola inappropriatamente. Di conseguenza, le accuse nei confronti dell’uomo aumentarono, includendo non solo abusi in famiglia ma anche violenza sessuale aggravata dal vincolo di parentela. Durante il processo, le accuse della bambina furono confermate, emergendo un quadro di violenze e maltrattamenti sistematici inflitti alla bambina e alla sua famiglia, che vivevano nel terrore a causa dell’uomo.

Condanna definitiva dell’aggressore

Il 19 aprile, la condanna dell’uomo è diventata definitiva e dovrà scontare dieci anni di carcere.Fonte

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19enne accoltellato a Quarticciolo: stato grave, polizia alla ricerca degli aggressori

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Emergenza al Policlinico Casilino

Cronaca di Roma – Un velo di mistero avvolge lo scabroso episodio notturno che ha visto come protagonista un ragazzo di 19 anni. Il giovane, sottoposto ad un intervento chirurgico d’emergenza al Policlinico Casilino, si trova ora nel reparto di terapia intensiva dopo l’asportazione della milza. Le indagini sulla vicenda sono condotte dai carabinieri.

L’aggressione in viale Palmiro Togliatti

Secondo le ricostruzioni, il ragazzino era stato trovato in stato di incoscienza in viale Palmiro Togliatti, tra i lotti del Quarticciolo. A scoprirlo è stato un passante che ha immediatamente allertato il numero di emergenza 112. La violenza dell’aggressione traspariva chiaramente dal fatto che il ragazzo giaceva in una pozza di sangue, frutto di una letale coltellata al fianco. Dopo l’intervento chirurgico che gli ha asportato la milza alle prime luci dell’alba, la prognosi rimane riservata.

Le indagini dei Carabinieri

Alla scena del crimine sono intervenuti i carabinieri della stazione Alessandrina, che si stanno occupando delle indagini. Ancora ignote sia la causa dell’aggressione che l’identità del colpevole, che ha abbandonato la scena del reato lasciando la vittima riversa a terra.

La ricerca di testimoni e riprese video

I carabinieri stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, sia attraverso la ricerca di eventuali testimoni che tramite l’analisi delle riprese delle telecamere di sorveglianza. I dettagli del contesto e del momento in cui l’aggressione è avvenuta, cetramente di notte, sono ancora avvolti nel silenzio. Si ipotizza che ad agire sia stata una sola persona, probabilmente armata di coltello, che avrebbe agito di sorpresa e poi fatto perdere le sue tracce

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25 Aprile, atto vandalico a Roma: chi sarà stato a sporcare la lapide di Forte Bravetta

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Chi ha vandalizzato la lapide a Forte Bravetta?

Un grave atto di vandalismo di matrice è stato riscontrato alla lapide per i partigiani di Forte Bravetta. L’accaduto è stato prontamente denunciato dal presidente del XII Municipio e dall’Anpi, l’Associazione Partigiani che afferma: “I fascisti non cambiano mai”.

La denuncia del Municipio e dell’Anpi

Si tratta di un insulto alla memoria di chi ha combattuto per la libertà, quanto accaduto a Forte Bravetta a Roma, luogo di commemorazione delle vittime del nazifascismo. Una scritta offensiva è stata lasciata durante la notte con uno spray rosso. L’autore o gli autori sono riusciti a fuggire senza essere identificati e la scoperta ha avuto luogo questa mattina. Le persone che hanno segnalato l’accaduto sono Elio Tomassetti, presidente del Municipio Roma XII e Daniela Cirulli, presidente del circolo Anpi territoriale. I due infatti, hanno trovato la lapide imbrattata in occasione delle celebrazioni.

La reazione dell’Anpi

L’Anpi ha commentato l’accaduto dichiarando: “Inizia così il nostro 25 aprile. Questo gesto dimostra l’attualità della lotta antifascista oggi e offre un motivo in più per esserci, con le nostre corone in mano nei luoghi dove onoriamo i martiri della Resistenza. A partire dalle 12.30 di oggi, e fino a sera, ci troverete a Forte Bravetta”.

Le autorità competenti di Roma sono già al lavoro per rimuovere la scritta e per identificare i responsabili. La lapide imbrattata porta i nomi di 68 martiri, sia militari che partigiani, che appartenevano alla Resistenza romana e che furono imprigionati e trucidati nel periodo di occupazione della città, dopo l’8 settembre 1943 fino alla successiva liberazione.

Il Partito Democratico condanna l’atto vandalico

Il Partito Democratico ha denunciato l’episodio di vandalismo con parole di condanna: “Oggi, nel giorno in cui si celebra la Liberazione, ci ritroviamo a denunciare queste scritte vergognose sulla lapide del Forte Bravetta nel Municipio XII. Si tratta di un atto di vandalismo serio che non solo offende la memoria, ma rinnega la tragedia del fascismo e disprezza i martiri della Resistenza”.

Adesso resta da capire, come prima cosa, chi ha compiuto questo gesto. Seconda cosa, perché accollare subito a una parte politica un simile gesto, così privo di ogni logica e terza cosa, perché la scritta con la vernice rossa, colore non in uso negli estremisti di destra e soprattutto perché non mettere una sigla o un simbolo? Alla stupidità umana non c’è confine, però anche ai pregiudizi verso gli altri. Una preghiera ai caduti per la libertà.

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25 aprile, Insulti fra partigiani pro Palestina e partigiani pro Israele

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25 Aprile: tensione a Roma tra i gruppi Pro-Palestina e la Comunità Ebraica

Una tensione era palpabile a Roma a Porta San Paolo il 25 aprile. Da un lato, vi erano i gruppi di solidarietà alla Palestina della sinistra radicale e le sigle dei palestinesi in Italia, dall’altro lato, c’era la Comunità ebraica che si è riunita per posare una corona di fiori ai caduti della Brigata Ebraica.

Protesta in Piazza e Interventi delle Forze dell’Ordine

La piazza era già occupata dai manifestanti pro Palestina alle 7:00. Pochi minuti più tardi, la Comunità ebraica con le bandiere della Brigata Ebraica si è formata a Porta San Paolo. Immediatamente si sono riscaldato gli animi tra slogan contrapposti e insulti. Una grande formazione di forze dell’ordine ha lottato per mantenere separati i due gruppi, con notevole resistenza da parte del servizio d’ordine della Comunità. I manifestanti pro-Palestina hanno lanciato fumogeni, e i manifestanti pro Israele hanno reagito lanciando oggetti contundenti. Alcuni petardi sono stati anche esplosi.

Attacchi alle Forze dell’Ordine e ai Giornalisti

L’Ansa segnala che alcuni membri del servizio d’ordine della Comunità ebraica hanno lanciato pietre contro i giornalisti presenti. Due giornalisti sono rimasti lievemente feriti e in diverse occasioni ci sono stati tentativi di violare il cordone di poliziotti in tenuta antisommossa, che infine hanno dovuto allontanare i manifestanti dalla piazza prima dell’inizio della manifestazione ufficiale dell’Anpi. Anche i manifestanti pro Palestina hanno lasciato la piazza per formare una processione non autorizzata al Circo Massimo. Un grande schieramento di forze dell’ordine continua a monitorare i due gruppi.

Gli Slogan dei Manifestanti e le Accuse di Fascismo

I manifestanti di sinistra hanno cantato slogan come “Israele fascista, stato terrorista”, mentre dall’altro lato si cantava l’Inno d’Italia. Queste tensioni erano state ampiamente previste nei giorni precedenti attraverso un comunicato firmato da partiti e gruppi di estrema sinistra. Nel comunicato si legge: “Continuiamo la nostra lotta per chiedere lo stop al genocidio del popolo palestinese, che continua a resistere alle barbarie portate avanti da Israele e dell’imperialismo occidentale. Tutto accade con la collaborazione del nostro governo, che continua a schierarsi dalla parte del sionismo e che si dimostra sempre più a destra, con anche la collaborazione delle finte opposizioni”.

La Manifestazione dell’Anpi e le parole di Riccardo Pacifici

Riccardo Pacifici, vicepresidente della European Jewish Association e precedentemente presidente della Comunità ebraica di Roma, ha minimizzato gli eventi. Ha affermato: “Anche questa mattina abbiamo deposto una corona a Porta San Paolo. Si è creata tensione perché alcuni gruppi arabi e pro Palestina, in modo provocatorio, hanno detto che ci avrebbero cacciato dalla piazza. Hanno tentato di umiliarci. Ora la nostra manifestazione è stata sciolta in rispetto alle forze dell’ordine perché si era creata una certa tensione. Oggetti lanciati? Solo un sasso e una scatola di piselli”.

Infine, la manifestazione dell’Anpi: il palco dell’Anpi è previsto per le 9:00, con interventi delle autorità e delle associazioni partigiane e dei deportati. La Brigata Ebraica non parteciperà ai successivi eventi, ma terrà un’iniziativa al Museo della Liberazione di via Tasso come negli anni precedenti. L’Associazione Partigiani ha più volte invitato alla calma e a evitare tensioni nei giorni precedenti. Tuttavia, gli eventi si sono svolti come previsto. Anche il manifesto dell’Anpi raffigura i partigiani a portare le bandiere della pace e richiede un cessate il fuoco. Fonte

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Cronaca

Cristiano Iovino Picchiato, è anche testimone nel processo Totti-Blasi

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Mistero sull’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino

Cronaca – L’aggressione subita da qualche sconosciuto giunto tramite un van, è ancora avvolta dal mistero. Il brutto episodio è accaduto la notte tra domenica e lunedì allo personal trainer Cristiano Iovino, di 37 anni. Iovino si è trovato al centro dei riflettori recentemente per il suo presunto coinvolgimento nella separazione tra l’ex calciatore Francesco Totti e la showgirl Ilary Blasi.

Iovino vittima di un attacco, coinvolto nella separazione Totti-Blasi

Iovino, che ha residenza tra Roma e Milano, non ha esitato a rilasciare diverse interviste, commentando su un presunto flirt con Ilary Blasi. Il suo nome è anche tra i testimoni della causa di separazione tra l’ex capitano della squadra di calcio Roma e la nota showgirl.

L’aggressione avvenuta a Milano

Stando a quanto è stato riferito, l’aggressione al personal trainer è avvenuta alle 3:30 in via Marco Ulpio Traiano, periferia di Milano. Iovino stava tornando a casa quando è stato circondato da un gruppo di 5-6 uomini scesi da un van, che lo hanno picchiato selvaggiamente.

Soccorso e attende le indagini

A quanto pare, Iovino non avrebbe ancora sporto denuncia. È stato soccorso dal personale del 118 e medicato sul posto. Sono intervenuti anche i carabinieri.

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Regione Lazio Maternità Fragile: 5mila euro per nuovi nati esclusi chi vive in campi rom e occupazioni

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‘Maternità Fragile’: L’iniziativa della Regione Lazio

La Regione Lazio ha emesso recentemente un bando chiamato “Maternità Fragile”. Questo progetto è stato dedicato a fornire supporto a 318 donne che si preparano a diventare madri nel 2024.

Le Parole di Michela Cicculli

Nelle parole di Cicculli, “Le esigenze delle fasce più fragili devono essere l’unica priorità”. Quindi, secondo la sua prospettiva, ben lungi dall’essere un passo avanti, il bando fallisce nel riconoscere e soddisfare adeguatamente le necessità fondamentali delle parti più vulnerabili della società. Fonte

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Condanna definitiva per Cospito per attentato ad ex Caserma. Pena pesantissima

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Confermate le condanne per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino

Sono state rese definitive le condanne a 23 anni e a 17 anni e 9 mesi di reclusione per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino. La decisione è stata presa dalla Cassazione nell’ambito del processo per l’attentato alla ex caserma allievi carabinieri di Fossano nel 2006.

Rigetto dei ricorsi della Procura Generale di Torino

I giudici della sesta sezione hanno respinto i ricorsi della Procura Generale di Torino e delle difese, seguendo quanto sollecitato dal pg. Cospito è attualmente detenuto al regime del 41 bis nel carcere di Sassari.
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Paolo sbranato dai cani, vittima di omicidio volontario

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Appello di Priscilla Pasqualini sulla Tragedia di Eboli

Priscilla Pasqualini, sorella di Paolo Pasqualini che è stato tragicamente ucciso da tre rottweiler nel bosco di Manziana, ha lanciato un appello sulla tragica morte di un bambino per mano di pitbull ad Eboli.

Priscilla, sorella di Paolo Pasqualini che è stato brutalmente ucciso da tre rottweiler mentre faceva jogging nel bosco di Manziana l’11 febbraio scorso, ha commentato sulla recente tragedia ad Eboli. Qui, un bambino di tredici mesi è stato ucciso da dei pitbull. Priscilla ha espresso il suo shock e la sua angoscia nel revocare il ricordo terrificante della tragica fine di suo fratello Paolo, trovato morto da un allevatore del posto, su un sentiero del bosco Macchia Grande, in provincia di Roma.

“Il responsabile non è il cane, ma l’uomo”

Priscilla sottolinea che non considera il cane come il responsabile diretto, ma piuttosto l’uomo che non è in grado di controllare l’animale. Critica il fatto che anche persone irresponsabili possano detenere cani pericolosi senza adeguate misure di sicurezza e punizioni severe in caso di incidenti.

“Serve una legge sulla detenzione di cani pericolosi”

Priscilla Pasqualini ha quindi lanciato un appello urgente per una revisione della legislazione riguardante la detenzione di cani potenzialmente pericolosi. Sottolinea la necessità di impedire a persone irresponsabili di gestire animali pericolosi senza la dovuta formazione e controlli istituzionali appropriati. Infine, chiede che la morte di suo fratello e le altre morti simili non siano inutili, ma piuttosto conducano a cambiamenti significativi nella legge.

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Incendio di cassonetti e bancomat in blitz anarchico a Roma per libertà di Alfredo e Anna

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Blitz anarchico al Tuscolano

Un blitz anarchico, secondo le prime ipotesi investigative, è avvenuto questa notte al Tuscolano, nei pressi di viale Giulio Agricola. Verso le 4 del mattino, un gruppo di individui ha dato luogo a una serie di atti vandalici, incendiando vari cassonetti, un sportello bancomat e danneggiando la vetrina di una banca.

Messaggio con bombolette spray

Inoltre, alcuni componenti del gruppo hanno lasciato un messaggio sul muro con le bombolette spray che recita: “Alfredo e Anna Liberi”. Il fatto è avvenuto in notturna, a brevissima distanza dalla sentenza della corte di Cassazione. La corte è chiamata a decidere oggi sulla condanna relativa all’attentato alla scuola Allievi Carabinieri di Fossano, avvenuto il 2 giugno del 2006.

Attesa per la sentenza dell’attentato del 2006

In attesa della sentenza sull’attentato del 2006, si ricorda che in corte d’Appello a Torino, Alfredo Cospito era stato condannato a 23 anni, insieme ad Anna Beniamino che invece fu condannata a 17 anni e nove mesi. Il PG di Torino ha richiesto per Cospito la pena dell’ergastolo, mentre per Beniamino ha sollecitato la pena di 27 anni e un mese.

Reati contestati ai due imputati

Ai due imputati vengono, perciò, contestati numerosi reati, tra cui: associazione sovversiva con finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico, attentato per finalità terroristiche e istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo.

Il seguito del raid anarchico

Le fiamme hanno interessato anche una campana per la raccolta del vetro. La polizia scientifica si è recata immediatamente sul luogo e, fortunatamente, non risultano persone ferite. Le indagini, nel frattempo, sono in corso per risalire agli autori dell’incidente.

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