Attualità
Chiusura e multa per Minimarket a Ostia: sequestrati 300 kg di cibo scaduto

Chiusura di Mini Market a Ostia per Vendita di Cibo Scaduto
Un mini market localizzato nel centro di Ostia è stato chiuso dopo essere stato trovato a vendere alimenti scaduti e avariati. Il negozio, che ha creato molti problemi di ordine pubblico con la sua area circostante, è stato sequestrato dalle forze dell’ordine.
Sequestro Enorme di Alimenti Scaduti
Agenti della polizia amministrativa del X distretto di Ostia hanno confiscato trecento chili di frutta, verdura, generi di scatola e persino pacchi di pasta dal negozio. Questi alimenti erano ancora esposti per la vendita nonostante fossero scaduti da diversi mesi o addirittura anni.
Gestione Illegale del Negozio
Il mini market, ubicato in viale Stazione del Lido nel centro storico di Ostia, era gestito da un individuo di nazionalità bengalese che non aveva né contratto di lavoro regolare né licenza. Il personale dell’Asl ha sanzionato il gestore con una multa di 3500 euro. Questa negligenza nei mini market della capitale sta diventando un problema sempre più rilevante.
Problemi di Ordine Pubblico e Intervento delle Forze dell’Ordine
Il negozio, frequentato dai cittadini di giorno e notte, era diventato fonte di problemi per l’ordine pubblico, con clienti che acquistavano cibo scaduto e consumavano alcolici in strada fino a tarda notte. Situato a pochi passi dalla stazione di Lido centro di Ostia, e in posizione strategica, il negozio era divenuto punto di riferimento per molti.
Dopo numerose segnalazioni da parte dei residenti, gli agenti del X distretto di Ostia e il personale dell’Asl Roma 3 sono intervenuti con un blitz, sequestrando tutti i prodotti e ordinando la chiusura del negozio con effetto immediato. Il gestore è stato inoltre multato per altri 3500 euro. Gli abitanti del quartiere, in particolare il comitato di Lido centro, hanno ringraziato per l’intervento, sperando che possa segnare l’inizio di un ripristino del decoro e della sicurezza nel centro di Ostia.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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