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Incendio nei canneti adiacenti alla pista ciclabile

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Incendio nei canneti adiacenti alla pista ciclabile

Incidenti al Stadio Olimpico di Roma

Nella notte è scoppiato un incendio nelle vicinanze dello Stadio Olimpico, precisamente a ridosso della pista ciclabile di Via Capoprati. Le cause dell’incendio restano ancora da determinare.

Dettagli dell’Incendio

L’incendio si è diffuso rischiando le banchine del fiume Tevere intorno all’1:30 del mattino, in prossimità dello Stadio Olimpico di Roma, all’altezza del bar River. I vigili del fuoco sono intervenuti tempestivamente, riuscendo a domare le fiamme in un’ora. Le indagini per determinare le cause dell’incendio sono ancora in corso.

Area di Rischio

L’incendio si è verificato vicino alla pista ciclabile di Via Capoprati, nell’incrocio tra il Ponte Duca d’Aosta e il Lungotevere Maresciallo Diaz. Questa è un’area particolarmente pericolosa a causa della presenza di canneti facilmente infiammabili. Le fiamme hanno bruciato una vasta area di vegetazione vicino alle banchine del fiume.

I Vigili del Fuoco Intervengono

I vigili del fuoco hanno risposto all’incendio con un’autopompa serbatoio e con il supporto di un’autobotte. Grazie a loro, l’incendio è stato circoscritto e impedito di diffondersi lungo l’intera banchina, dove di solito sono parcheggiate auto e biciclette. Una densa nuvola di fumo era ancora visibile per gran parte della notte nelle zone di Ponte Milvio e Flaminio.

Reazioni Sociali

Sui social media, il gruppo Welcome to Favelas ha condiviso un video dell’intervento dei vigili del fuoco. Nel video si può vedere l’autocisterna che aiuta a limitare i danni e a impedire che le fiamme si diffondessero alla vicina banchina. Gli utenti hanno espresso preoccupazione per la presenza dei canneti infiammabili, suggerendo che dovrebbero essere rimossi per prevenire incidenti simili in futuro. Molti utenti hanno espresso il loro disappunto per la situazione, sottolineando l’urgente necessità di una migliore gestione delle aree in riva al fiume.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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