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Bambina di 7 anni cade dalla finestra del bagno di casa: soccorsa dall’eliambulanza

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Bambina di 7 anni cade dalla finestra del bagno di casa: soccorsa dall’eliambulanza

Bambina cade dalla finestra e viene ricoverata in ospedale

Una bambina di sette anni è caduta dalla finestra del bagno di casa sua questa mattina a Sgurgola, in provincia di Frosinone. Fortunatamente, nonostante il grave incidente, la piccola non rischia di morire. È stata soccorsa urgentemente con un’eliambulanza.

Dinamica dell’incidente

La bambina si trovava nel bagno dell’appartamento dove vive insieme ai genitori, quando è precipitata dalla finestra intorno alle ore 7 di oggi, lunedì 17 giugno. Le cause della caduta sono ancora in corso di accertamento, ma si presume possa essere avvenuto a causa di un momento di disattenzione degli adulti presenti in casa. Il volo di diversi metri le ha causato ferite significative.

Immagine di repertorio

Soccorso rapido ed eliambulanza

L’incidente è stato subito segnalato con una chiamata al Numero Unico delle Emergenze 112. Dato il tipo di incidente e l’età della bambina, si è deciso per un rapido intervento mediante eliambulanza. Il personale sanitario intervenuto ha preso in carico la piccola, che è stata immediatamente trasferita con l’elicottero al Policlinico Agostino Gemelli di Roma.

Arrivo al pronto soccorso e indagini

Una volta giunta al pronto soccorso del Gemelli, la bambina è stata affidata alle cure dei medici, che l’hanno sottoposta a tutti gli accertamenti necessari. I carabinieri della stazione territoriale sono arrivati sul posto per svolgere gli accertamenti di rito e ricostruire la dinamica dell’incidente, ascoltando anche alcune testimonianze.

Supporto della comunità e delle autorità

Sul luogo dell’incidente è arrivato anche il sindaco di Sgurgola, Antonio Corsi, che ha offerto il suo supporto alla famiglia colpita dall’accaduto.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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