Attualità
Muore a 58 anni Stefano Violati

La Tragica Scomparsa di Stefano Violati
Stefano Violati è morto a 58 anni dopo essersi scontrato con un cinghiale in via di Santa Cornelia. L’uomo è deceduto all’ospedale Sant’Andrea in seguito all’impatto.
L’Incidente in Moto
Stava viaggiando in sella alla sua moto, una Honda SH 300, quando si è scontrato con un cinghiale. L’impatto è stato violentissimo. Per il motociclista, un cinquantottenne, non c’è stato niente da fare. Dopo lo scontro con l’animale, deceduto anch’esso, ha riportato ferite gravissime. È stato immediatamente trasportato all’ospedale Sant’Andrea, dove è morto a causa delle ferite riportate nell’impatto con l’animale. La vittima si chiamava Stefano Violati: era il figlio dell’ex proprietario delle acque Ferrarelle e Sangemini. L’incidente è avvenuto ieri sera verso le 21 a Roma, in via di Santa Cornelia.
Le Indagini della Polizia
Sul posto sono intervenute le pattuglie della Polizia Locale del XV Gruppo Cassia per i rilievi del caso. Al momento sono in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Secondo una prima ricostruzione, Violati, che stava percorrendo via di Santa Cornelia in sella alla sua Honda SH 300, si è trovato a un certo punto davanti a un animale. Non è riuscito a frenare in tempo e ci si è schiantato contro, cadendo rovinosamente a terra. L’allarme è stato dato immediatamente, ma purtroppo le sue condizioni sono apparse sin da subito disperate agli occhi dei soccorritori. Portato immediatamente in ospedale, i medici hanno fatto di tutto per salvargli la vita, ma Stefano Violati è morto poco dopo l’ingresso nel nosocomio.
Un Problema Ricorrente a Roma
Non è la prima volta che a Roma si verificano incidenti causati dai cinghiali. Data la loro numerosa presenza sul territorio della capitale, capita che attraversino strade trafficate lanciandosi in mezzo alla carreggiata, venendo così investiti da macchine e motorini di passaggio. Questa volta, purtroppo, l’incidente ha avuto un esito tragico.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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