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La soap opera del Caso Sangiuliano con la Boccia continua (purtroppo)

Le polemiche attorno al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, sembrano non trovare fine, alimentando quello che molti stanno già definendo una vera e propria *soap opera* politica. Al centro della vicenda, che si fa ogni giorno più intricata, c’è la sua relazione con Alessandra Boccia, la figura controversa che ha scatenato una valanga di accuse, sospetti e critiche.
Tutto è iniziato quando, lo scorso 26 agosto, Boccia ha condiviso su Instagram alcune foto in compagnia del ministro, ringraziandolo pubblicamente per la presunta nomina a Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi. Un annuncio che ha subito fatto drizzare le antenne ai media e agli osservatori politici, scatenando un’inchiesta sull’effettivo ruolo di Boccia e sollevando dubbi sulla trasparenza del suo incarico.
La smentita che non placa il caso
Lo staff di Sangiuliano ha tentato di correre ai ripari smentendo la nomina e negando ogni legame ufficiale tra Boccia e il ministero. Tuttavia, la situazione non si è certo risolta con queste dichiarazioni. Boccia ha risposto pubblicamente, sostenendo che la nomina fosse stata effettivamente proposta dal ministro e che fosse saltata solo per ragioni legate a un conflitto di interessi. In un colpo di scena degno di una sceneggiatura televisiva, Boccia ha addirittura diffuso filmati realizzati con occhiali dotati di telecamera, mostrando presunti documenti istituzionali e ambienti parlamentari, alimentando ancora di più il caos mediatico.
Il dramma pubblico in TV
Come in ogni *soap opera* che si rispetti, non poteva mancare l’episodio strappalacrime. Nel corso di un’intervista al Tg1, Sangiuliano ha finalmente ammesso la sua relazione con Boccia, cercando però di placare le accuse più gravi. Il ministro ha sostenuto che nessun fondo pubblico fosse stato speso per finanziare i viaggi o le trasferte in cui Boccia era coinvolta, mostrando alla telecamera documenti che confermavano, a suo dire, che tutte le spese erano state sostenute con la sua carta di credito personale. L’intervista ha raccolto l’attenzione di milioni di telespettatori, e le lacrime del ministro mentre si scusava con la moglie e con la premier Giorgia Meloni hanno contribuito a dare un ulteriore tocco emotivo alla vicenda.
Dimissioni e fiducia: la trama si infittisce
Come in ogni *soap* che si rispetti, il colpo di scena non si è fatto attendere. Sangiuliano ha presentato le proprie dimissioni, consapevole del danno politico causato dal caso. Tuttavia, queste sono state respinte dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha confermato la sua fiducia nel ministro dopo un confronto diretto. Un atto che lascia aperti molti interrogativi sul futuro del governo e su come la vicenda potrebbe evolversi.
E adesso?
Non è chiaro come finirà questa storia, ma è certo che la vicenda Sangiuliano-Boccia continuerà a far parlare e probabilmente riserverà ulteriori colpi di scena. Purtroppo, questa saga mediatica rischia di distrarre dai reali temi politici e culturali che dovrebbero occupare l’agenda del Paese, trasformando un caso personale in una *soap opera* che, almeno per ora, sembra ben lontana dalla sua conclusione.
Roma e dintorni
Roma, stop ai botti di Capodanno: vietati dal 1 dicembre al 31 gennaio

(Adnkronos) – Stop ai botti di Capodanno a Roma: vietati dal 1 dicembre al 31 gennaio. “Il divieto di possedere e utilizzare i fuochi d’artificio, nel periodo compreso tra il 1° dicembre e il 31 gennaio, su tutto il territorio comunale, è definitivo grazie all’approvazione da parte dell’Assemblea capitolina della delibera che va a modificare il Regolamento di Polizia Urbana”, spiegano in una nota congiunta Riccardo Corbucci e Giammarco Palmieri, presidenti della Commissione Roma Capitale, Statuto e Innovazione Tecnologica e Ambiente.
“Sulla scia di quanto fatto da altri comuni italiani, che hanno vietato l’uso di petardi e botti attraverso le disposizioni contenute nel Regolamento di Polizia urbana, abbiamo ritenuto importante presentare queste modifiche affinché anche Roma Capitale superasse il sistema delle ordinanze fatte ogni anno dal Sindaco, per tutelare la sicurezza pubblica, l’ambiente, il benessere degli animali e il patrimonio artistico e culturale di Roma. L’accensione di fuochi pirotecnici aumenta non solo il rischio di incidenti che coinvolgono persone, animali e cose ma anche l’emissione di agenti inquinanti che contribuisce a peggiorare la qualità dell’aria. È un atto di civiltà – concludono Corbucci e Palmieri – che risponde alle tante richieste di cittadini e associazioni che da anni si battono per un Capodanno e festeggiamenti più sicuri e rispettosi”.
“Ottima notizia l’approvazione da parte dell’Assemblea capitolina della modifica al regolamento della Polizia municipale di Roma Capitale, che vieta i botti dal 1° dicembre al 31 gennaio – commenta in una nota Patrizia Prestipino, garante per la tutela e il benessere degli animali di Roma Capitale – Si tratta di una misura che va nel segno della civiltà, del rispetto dell’ambiente e degli animali, che mette al centro la salute e la sicurezza pubblica e che va incontro a una sensibilità sempre più diffusa nei cittadini, come dimostra il sondaggio condotto dalla Lav e dalla Doxa lo scorso dicembre, secondo il quale il 94% degli italiani è contrario all’uso dei botti per i festeggiamenti di Capodanno”.
“Finalmente – prosegue la garante – non sarà più necessario ricorrere alle ordinanze adottate nei giorni a ridosso di Capodanno, per forza di cose difficilmente applicabili, e si va invece nella direzione di un cambio di mentalità e di cultura, con una modifica strutturale che impegnerà anche il corpo della Polizia municipale a dotarsi delle risorse necessarie ai controlli e ai sequestri”.
“Anche come prima firmataria in Parlamento di una proposta di legge per il divieto dei botti di Capodanno a livello nazionale – prosegue Prestipino – voglio ringraziare di cuore il sindaco Roberto Gualtieri, il consigliere Riccardo Corbucci e tutta l’Assemblea Capitolina, che dopo l’approvazione della mozione per il superamento dell’uso degli animali nei circhi, dà un altro importantissimo segnale di vicinanza a un tema, quello del rispetto degli animali e dell’ambiente, che dà la misura della civiltà di una comunità”.
Roma e dintorni
West Nile, altri due casi sospetti a Latina: verifiche in corso

(Adnkronos) – Due nuovi casi sospetti di infezione da virus West Nile, riscontrati nel Comune di Latina, “sono in fase si accertamento” dopo che ieri, sempre nella città laziale, erano stati confermati i primi 2 casi autoctoni dell’infezione, “entrambi riscontrati dall’Istituto Spallanzani di Roma in pazienti nella provincia di Latina, nei comuni di Cisterna e Priverno”. Lo riferisce la Regione Lazio, sottolineando che “come da prassi” sono state intensificate “le misure di controllo e sorveglianza sul territorio, previste dal Piano regionale di lotta alla diffusione dei virus trasmessi dalle zanzare”.
Le condizioni dei primi 2 pazienti con infezione già accertata, “di 63 e 72 anni, attualmente ricoverati all’ospedale Santa Maria Goretti, non destano preoccupazione e sono in via di miglioramento. Nelle prossime ore la Asl di Latina effettuerà dei controlli entomologici aggiuntivi”.
“Le misure attivate dalla Regione Lazio sono quelle che vengono normalmente predisposte nei casi di questo tipo, dove non si registrano situazioni di allarme: si rendono necessarie per il rafforzamento delle attività di sorveglianza e monitoraggio per la corretta gestione di eventuali casi sospetti”, si precisa.
In Italia il virus West Nile è presente da diversi anni, in particolare nel nord del Paese. Quelli accertati a Latina sono i primi casi autoctoni registrati nel Lazio.
Da inizio anno sono stati segnalati in Italia 5 casi confermati di infezione nell’uomo, di cui 4 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (1 in Piemonte, 1 in Emilia Romagna e 2 nel Lazio) e 1 con febbre (in Veneto), comunica l’Istituto superiore di sanità nel primo bollettino per il 2025.
Il primo caso umano autoctono di infezione da Wnv della stagione è stato segnalato dal Piemonte il 20 marzo nella provincia di Novara, riporta l’Iss; si è trattato di “un caso sporadico in bassa stagione”, precisa.
“La sorveglianza veterinaria attuata su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici ha confermato la circolazione del Wnv in Veneto, Piemonte, Sardegna, Emilia Romagna e Lombardia”, si legge nel report. Nello stesso periodo non sono stati segnalati casi di Usutu virus.
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